Diplegia spastica: cos’è la malattia di cui soffre Francesco Bocciardo, 2 medaglie d’oro alle Paralimpiadi

Diplegia spastica: cos’è la malattia di cui soffre Francesco Bocciardo, 2 medaglie d’oro alle Paralimpiadi di Tokyo vinte in 24 ore. 

Bocciardo ha vinto prima l’oro ai 200 metri di stile libero. Poi ha replicato con i 100 sempre stile libero. I due successi arrivano a cinque anni di distanza, quando conquistò il metallo più prezioso nei 400 metri a Rio 2016. Questo il primo commento dell’atleta: “Siamo sportivi rivoluzionari perchè riusciamo a far vedere oltre la carrozzina”.

Francesco Bocciardo, cos’è la diplegia spastica

La sua passione per il nuoto è nata da una terapia e si è trasformata in una vera impresa sportiva: ma cos’è la diplegia spastica di cui soffre? 

Si tratta, sccrive Wikipedia, di una forma tipica di paralisi cerebrale che colpisce entrambe le gambe. La paralisi è spesso una caratteristica dei neonati prematuri ed è di solito legata a un’encefalopatia ischemica che colpisce la sostanza bianca periventricolare dove decorrono i fasci piramidali destinati agli arti inferiori.

Paralisi tipica nei neonati prematuri

Questo tipo di ischemia è determinata dall‘immaturità del sistema vascolare. La maturazione dei vasi che ossigenano le zone più profonde dell’encefalo avviene nell’ultimo trimestre di gravidanza, pertanto è frequente che il neonato prematuro vada incontro a ischemie periventricolari.

Un’altra possibile causa del quadro diplegico è un’emorragia periventricolare, anch’essa causata dall‘immaturità delle strutture vascolari in questa zona. Altre possibili cause sono costituite da processi cerebrali o meningitici svoltisi durante la vita fetale o nei primi giorni di quella extrauterina (meningoencefalite, porencefalia, idrocefalia, sclerosi cerebrale). In casi meno frequenti ò essere provocata anche da una lesione del midollo. 

La spasticità colpisce le gambe. Le cosce sono fortemente addotte, le gambe leggermente flesse e divaricate, il piede costantemente sollevamento dei talloni. L’andatura, quando è possibile, è caratteristica. La persona cammina sulla punta dei piedi strisciando le ginocchia l’uno contro l’altro. 

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