ROMA – Ci si può dopare anche per una partita di bocce? La risposta è sì, sia pur con mille distinguo. Il campione preso in esame è troppo esiguo (22 persone) perché sia rappresentativo. Però, il 18% di positività è entrato nel rapporto della “Commissione nazionale per la vigilanza e il controllo sul doping”. Tra il 2003 e il 2011, giocare a bocce risulta lo sport a più alto tasso di alterazione indotta da farmaci proibiti per migliorare le prestazioni sportive: più del body-building (12,8%), del sollevamento pesi (7,6%) e del tanto vituperato ciclismo (5,9%).
D’altronde, la febbre del doping era riuscita a contagiare perfino le paraolimpiadi: curiosamente il caso più eclatante riguardò un campione paraolimpico svedese del curling, quello strano sport lontano parente delle bocce che si gioca sul ghiaccio con il lucidatore in pattini che spazza il terreno attraversato dal disco. Diuretici, beta-bloccanti e cannabis sono la “bomba” del giocatore di bocce fuorilegge. In effetti le bocce è uno dei pochi sport dove per giocare l’anzianità sembra un titolo di merito più che una zavorra. Alcuni “vecchietti”, magari anche fra i più esuberanti, magari ignorano che i farmaci somministratigli dal medico di fiducia per mantenerli vispi, sono in realtà proibiti.
Qualcuno più avvertito e intraprendente, invece, sa benissimo che i diuretici servono sovente a mascherare altre “bombe”, mentre i betabloccanti sono l’ideale per impedire tremolii indesiderati. La precisione nel tiro ne beneficia assai, come può testimoniare il 3,8% sorpreso a doparsi tra i tiratori con l’arco. Farsi le canne, usare la cannabis non aiuta le prestazioni, fa parte degli stili di vita proibiti dalle federazioni sportive. Certo, a parte quella sensazione supplementare di rilassatezza, è sorprendente l’immagine rassicurante e delle bocce associata pratiche e comportamenti psichedelici. Fossimo in Adriano Celentano dovremmo sostenere che le bocce sono rock, altro che lente.