TREVISO – Emanuela Petrillo, l’infermiera di 31 anni accusata dall’Usl di Treviso di aver finto di vaccinare 500 bambini chiederà all’Azienda sanitaria di risarcirla per i danni patiti. Lo ha annunciato il suo legale, l’avv. Paolo Salandin di Montebelluna, specificando che la richiesta è partita già ieri, 22 aprile.
Secondo il legale, l’ infermiera “teme per la sua incolumità dopo essere stata sottoposta ad una gogna mediatica senza che vi sia stata una sentenza o un rinvio a giudizio della sua assistita” per i fatti che le vengono attribuiti.
La prima indagine nei suoi confronti era stata archiviata nel marzo scorso anche sulla base degli accertamenti dei Nas. Ora il pm ha chiesto al gip di riaprire le indagini ipotizzando l’accusa di omissione in atti d’ufficio. Riapertura che Salandin giudica molto difficile. “La decisione di far rivaccinare tutti i bimbi – spiega – rende impossibile un incidente probatorio”.
Il legale, scrive il Messaggero veneto, ha anche annunciato l’intenzione, per sé e la sua assistita, di adire alle vie legali nei confronti di quanti li hanno attaccato in rete e sui social dopo la diffusione dell’intervista concessa ieri dalla donna ai quotidiani locali.
“Mi hanno scritto – racconta – che mi devo vergognare a rappresentarla e che mi sono dimostrato volgare e insensato: questa per me è diffamazione”.