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Epidemia di varianti: forse lockdown nei week end. Vaccinazione velocità da triplicare

di Lucio Fero |17 Febbraio 2021 9:54

Epidemia di varianti: forse lockdown nei week end. Vaccinazione velocità da triplicare (Foto Ansa)

Epidemia di varianti del coronavirus, molta nella realtà, non poca su giornali e tv. Che ci siano varianti del virus è fisiologico, i virus mutano e variano per natura. L’informazione non è informata al riguardo e ha bisogno di un titolo, anche due, al giorno.

Quindi ogni variante scoperta è annunciata più o meno come un treno deragliato mentre è solo un convoglio che entra in stazione. Ma il problema varianti esiste nella realtà, riguarda alcune varianti e queste stanno punteggiando sempre più la carta epidemiologica dell’Italia.

Epidemia di varianti: macchie di leopardo? Meglio carta assorbente

Varianti distribuite a macchia di leopardo sul territorio italiano? Rende meglio l’idea l’immagine del territorio carta assorbente delle nuove forme di contagio che man mano emergono. Il territorio italiano vede gli effetti da contagio da varianti del virus in Lombardia, in Abruzzo, nelle Marche, in Puglia, in Umbria e ora quella che La Repubblica non esita a definire “super variante” a Napoli.

Forse super solo perché ultima arrivata o forse super davvero come capacità contagio ma per ora non si sa. Si sa che coronavirus tenta ogni variante possibile per contagiare di più. Non necessariamente varianti più letali. La maggior letalità deriva dal maggiore contagio: se letalità 2 per cento, su cento contagiati due le vittime. Se contagiati duecento, anche a letalità invariata i morti saranno quattro. Inverno in corso nel calendario e varianti in corsa sul territorio fanno prossime settimane e mesi tosti, duri e pericolosi per la salute pubblica.

Epidemia di varianti: vento dell’umore pubblico, anche questo è variato

C’è poi, massiccia, altra variante, questa dell’umore pubblico. Che non ci sta, non  tollera, non regge chiusure e limitazioni di attività e spostamenti. Le regole in vigore (blande rispetto al lockdown e blande rispetto a quelle in vigore in altri paesi d’Europa) sono blandamente rispettate dalla gente. Ogni settimana più blandamente, regole anti contagio con tendenza all’evanescenza nella pratica quotidiana. Quindi un altro lockdown prima ancora che improponibile è impraticabile.

Però stare come stiamo è consegnarsi a terza ondata o chiamarla come si vuole visto che prima e seconda non sono mai finite. Allora l’idea di un lockdown generalizzato sì ma solo nei fine settimana. In modo da evitare, limitare l’incontinenza felice delle piazze, strade, bar, litorali, ristoranti, negozi e ogni luogo pubblico volutamente affollato da italiani assai volenterosi di mischiarsi e affollarsi.

Vaccini, la buona e la brutta notizia

La brutta notizia (ma non tanto sorprendente) è che le Primule e il resto erano fuffa. La brutta notizia è che la vaccinazione di massa, non appena ha finito di toccare una platea relativamente minima come i circa 2 milioni tra medici, sanitari e Rsa, non ha avuto più gambe organizzative su cui camminare.

Le dosi di vaccino sono poche rispetto al bisogno, ma non è solo questo. Il dove vaccinarsi, il come prenotarsi, il come organizzarsi e il come renderla facile ai cittadini è stato finora dato per scontato e ovvio. Ma, ovviamente, non lo era. E la macchia Arcuri faceva brum brum motore rombante soprattutto con la bocca. Le varie burocrazie statali e regionali arrancano e non poteva che essere così.

La buona notizia è che pare si sia preso atto della realtà, che si stia per passare la mano alla Protezione Civile e ai medici di famiglia. Contro la pandemia in ogni sua variante c’è solo la velocità della vaccinazione. Se l’Italia non triplica almeno la sua velocità attuale non ce la fa (la cattiva notizia). Almeno abbiamo cominciato a capirlo e a dirci la verità (la buona notizia).

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