LONDRA – Un chip elettronico impiantato nel cervello potrà prevenire le crisi epilettiche. Il dispositivo è in grado di rilevare quando sta per iniziare un attacco [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] e rilascia una sostanza chimica naturale in grado di bloccarne l’insorgenza.
Gli scienziati dell’University of Cambridge hanno impiantato il chip nel cervello dei topi e prevenuto le crisi epilettiche: una speranza dunque per le persone che soffrono di epilessia.
Realizzato in plastica e due volte più spesso di un capello umano, il chip potrebbe essere testato negli esseri umani entro due anni. Attualmente su dieci persone che soffrono di epilessia, tre non sono in grado di controllare le crisi poiché i farmaci antiepilettici su loro non hanno alcun effetto.
Il nuovo chip utilizza una sostanza già presente nel cervello per bloccare le cellule cerebrali che causano una crisi; rileva il segnale elettrico creato all’insorgere di un attacco e attiva una pompa ionica utilizzando una carica elettrica. La pompa rilascia la sostanza chimica chiamata GABA, che blocca le cellule cerebrali responsabili di una crisi.
I risultati ottenuti, riportati dalla rivista Science Advances, potrebbero anche essere utilizzati per prevenire i tremori nelle persone affette dal morbo di Parkinson: in questo caso il chip sarebbe utilizzato per fornire al cervello la dopamina.
Tuttavia gli autori, tra cui anche l’École Nationale Supérieure des Mines e l’INSERM in Francia, sottolineano che il dispositivo è ancora lontano dal poter essere utilizzato. Ley Sander, direttore medico dell’Epilepsy Society e docente di neurologia all’University College di Londra, ha descritto l’interruzione delle crisi alla loro insorgenza come il “Santo Graal” nella gestione dell’epilessia.
“La cosa interessante di questa ricerca è che l’impianto rilascia un farmaco direttamente alla fonte della crisi, riducendo al minimo la quantità di farmaco richiesta, il tempo di assorbimento e il rischio di effetti collaterali”, ha detto, ma ha aggiunto: “E’ meglio tuttavia essere cauti. Anche se i ricercatori sostengono che il farmaco è un neurotrasmettitore insito nel corpo l’epilessia è una malattia diversa e i numerosi tipi di crisi sono resistenti a qualsiasi panacea valida per tutti”.