Estate: punture degli insetti, pericoli e difese

Estate: punture degli insetti, pericoli e difese
Punture degli insetti

ROMA – Punture degli insetti, ecco i pericoli che si corrono e come difendersi. Li enumera il Corriere della Sera, sottolineando l’importanza di saper distinguere una normale reazione ad una puntura da una reazione allergica, una vespa da un’ape. Insomma, sapersi comportare se si viene punti. Del resto ogni anno sono oltre 5 milioni gli italiani che vengono punti. E circa 4 su 100 sviluppano una reazione allergica senza conoscerne le conseguenze.

  1. I rischi: l’allergia al veleno degli Imenotteri può provocare reazioni localizzate (dal 2,4% al 26%) o severe reazioni sistemiche (dall’1% al 8,9%) di tipo respiratorio e cardiocircolatorio che possono persino portare alla morte, con circa 10 casi all’anno accertati in Italia.
  2. Reazione normale. Se non si è allergici una normale reazione ad una puntura di vespa, ape o calabrone può includere dolore, rossore, gonfiore e prurito.
  3. Reazione più grave. Se dopo la puntura sulla pelle c’è uno sfogo di oltre 10 centimetri di diametro che non passano dopo tre giorni si rischia una reazione più grave in seguito ad un’altra puntura.
  4. Più punture. Se si viene punti contemporaneamente da più api o vespe si possono avere reazioni gravi anche senza essere allergici.
  5. Puntura di ape: cosa fare. Si capisce di essere stati punti da un’ape e non da una vespa quando il pungiglione resta infisso nel ponfo. A quel punto bisogna estrarlo subito, in modo da diminuire la dose di veleno iniettata. Ci si può aiutare con l’unghia o con una qualunque punta smussa: muovendola dal basso verso l’alto senza usare pinze o schiacciarlo, perché in questo modo il pungiglione potrebbe liberare altro veleno. Una volta estratto, si deve mettere del ghiaccio sulla parte colpita.
  6. Puntura di calabrone: la più pericolosa. Probabilmente perché inietta una maggiore quantità di veleno.
  7. Quando fare il test per le allergie. Se si è stati punti bisogna aspettare almeno 3-4 settimane.
  8. Ereditarietà. L’allergia all’ape non è ereditaria.
  9. Prevenzione. Se si è allergici (e lo si sa) ci si può premunire portando con sé l’adrenalina auto-iniettabile in caso di punture. Bisogna comunque avvertire sempre il 118 per completare il trattamento. Solo in questo modo si evitano ulteriori gravi rischi. Ci sono poi degli accorgimenti che si possono prendere per limitare il rischio di essere punti. Spray e profumi, ma anche trucchi particolarmente odorosi, attirano vespe e api. Stesso effetto lo fanno i vestiti scuri, i movimenti bruschi e i rumori secchi. Nei giorni di vento, poi, aumenta il rischio perché vengono abbassati i corridoi di volo degli imenotteri.
  10. Vaccino. L’immunoterapia specifica protegge solo dal veleno utilizzato nella stessa immunoterapia. Ma è efficace anche dopo 20 anni dall’interruzione della terapia.
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