ROMA – La vecchiaia non si misura con gli anni, almeno non solo. Con un semplice test del Dna è possibile stabilire l’età biologica del corpo e la velocità dell’invecchiamento, un parametro molto più utile di quella anagrafica per sapere se si è a rischio di patologie come i tumori o l’Alzheimer. A metterlo a punto è stata una ricerca del King’s College di Londra pubblicata da Genome Biology.
Per capire quali siano i geni ‘sentinella’ dell’invecchiamento i ricercatori sono partiti dall’analisi dei marker nel sangue dell’attività di 54mila geni in una popolazione di persone sane tra 25 e 65 anni, per poi isolare i 150 più predittivi. Il pool trovato è stato poi testato in un gruppo di persone intorno ai 70 anni in Svezia, di cui è stato possibile predire esattamente il rischio di malattia e di morte nei cinque anni successivi.
L’analisi andrà in sperimentazione in alcuni centri trapianti per stabilire se una persona teoricamente troppo anziana per poter donare gli organi è in realtà ancora ammissibile, ma potrebbe essere usata per molti altri scopi. “Potrebbe modificare il modo di fare gli screening per i tumori – spiega Jamie Timmons, uno degli autori, al sito della Bbc – perchè nelle persone che invecchiano più in fretta andrebbero fatti prima. E può essere uno strumento utilissimo per predire l’insorgere delle demenze”.