Febbre Dengue in Italia? Rischio c’è, colpa del cambiamenti climatici

Febbre Dengue in Italia? Rischio c'è, colpa del cambiamenti climatici
Febbre Dengue in Italia? Rischio c’è, colpa del cambiamenti climatici

ROMA – La Dengue, malattia virale che può presentarsi anche in forma di febbre emorragica, potrebbe essere importata e stabilizzarsi in Italia, sulla costa adriatica nella valle del Po e nel Nord Est, in futuro a causa dei cambiamenti climatici. E’ lo scenario dipinto in uno studio presso l’Università della East Anglia e pubblicato sulla rivista BMC Public Health.

La Dengue è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Si tratta di una malattia acuta che può presentarsi in due forme distinte, la classica benigna (anche se può dare sintomi più o meno acuti ed è soprannominata per questo febbre rompi-ossa) e la dengue emorragica, molto più grave che può portare a ricovero e a possibili complicazioni a carico del fegato e del sistema nervoso centrale. Nei casi gravi si può arrivare allo stato di shock.

La malattia è endemica in gran parte del Sud-Est Asiatico, in Africa, in America Centrale e Meridionale, in Oceania. Gli scienziati hanno utilizzato dati climatici del Brasile, nazione dove Dengue è endemico, su densità delle precipitazioni, umidità e temperature ed hanno tenuto conto di previsioni sui cambiamenti climatici dei diversi paesi europei nel medio-lungo periodo.

Questi dati sono stati usati per stimare l’aumento dei casi di Dengue nei 27 paesi dell’Unione su vari periodi di tempo: 2011-2040, 2041-2070 e 2071-2100. E’ emerso che vi è un rischio alto di Dengue nel lungo periodo soprattutto in Italia, sulla costa adriatica, nella valle del Po e nel Nord-Est: l’incidenza della malattia potrebbe passare da 2 per 100.000 abitanti a 10 per 100.000.

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