Febbre del Nilo, 255 casi e 10 morti in Italia: contagi 5 volte superiori al 2018

Febbre del Nilo, aumentano casi in Italia: 255 e 10 morti nel 2018
Febbre del Nilo, 255 casi e 10 morti in Italia: contagi 5 volte superiori al 2018

ROMA – Sono stati 255 i casi di febbre del Nilo registrati in Italia, di cui 10 morti, in Italia. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Questi i numeri contenuti nel bollettino pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, aggiornato al 22 agosto. Un numero 5 volte superiori rispetto ai casi registrati nel 2017 e solo 6 i casi confermati in provincia di Pordenone il 24 agosto.

Il documento conferma l’annata particolarmente pesante per questo virus, che da decenni ormai è presente nel nostro paese, causata dalle condizioni climatiche favorevoli alla proliferazione delle zanzare. In tutto il 2017 infatti erano stati registrati soltanto 55 casi e un morto. Dei casi identificati quest’anno, spiega il bollettino, “103 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva di cui 10 deceduti (3 in Veneto, 7 in Emilia-Romagna), 112 casi come febbre confermata e 40 casi identificati in donatore di sangue. Sono stati segnalati 3 casi di Usutu virus (1 Veneto, 2 Emilia-Romagna)”.

Fino a questo momento, specifica il bollettino del Centro Nazionale Sangue dell’Iss, il virus è stato trovato in campioni d animali o persone di 36 province di nord Italia e Sardegna, l’ultima delle quali, aggiunta proprio oggi dal sistema di sorveglianza, è Genova.

Intanto nella provincia di Pordenone l’azienda sanitaria ha confermato altri sei casi e il Dipartimento di prevenzione dell’Aas5 ha dichiarato in una nota: “L’ordinanza sindacale si rende necessaria per invitare la popolazione residente ad assumere comportamenti e interventi atti al contenimento della diffusione degli insetti portatori di arbovirosi. A tal fine si invitano i sindaci ad adottarla e a darne la massima diffusione. Si chiede inoltre che venga inviata anche ad alcune attività imprenditoriali particolarmente coinvolte quali gommisti, centri di raccolta e trattamento rifiuti, cantieri edili attivi o dismessi, aziende agricole e simili”.

Il Dipartimento di Prevenzione ha fornito ai medici di Medicina Generale operanti nel territorio un’adeguata informazione sui casi manifestatisi visto il loro ruolo di primi rilevatori dello stato di salute della popolazione. Nel contempo è stato fornito del materiale informativo da divulgare nei singoli ambulatori.

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