Fecondazione assistita, scambio di embrioni: porta in grembo gemelli di un’altra

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Aprile 2014 - 08:37 OLTRE 6 MESI FA
Fecondazione assistita, scambio di embrioni: porta in grembo gemelli di un'altra

Fecondazione assistita, scambio di embrioni: porta in grembo gemelli di un’altra

ROMA – Gli embrioni di due coppie di aspiranti genitori sono state scambiate durante le procedure di fecondazione assistita all’ospedale Sandro Pertini. Ora una donna ha in grembo due gemelli, ma sono i figli di altri genitori. L’ospedale Pertini ha aperto un’inchiesta interna e l’unità per la sterilità è stata chiusa dalla Regione Lazio.

Un errore grave, che coinvolge due famiglie, quello di cui parla Paolo Festuccia su La Stampa:

“Tutto accade la mattina del 4 dicembre dello scorso anno, quando dopo tanti controlli medici, e una serie sterminati di test, alcune coppie (quattro) si sottopongono al trattamento di fecondazione assistita. Una procedura super collaudata anche nel nosocomio romano. Ma proprio quella mattina, che è destinata a segnare il futuro del centro sanitario e quello di alcune famiglie, qualcosa va storto. E si verifica l’irreparabile: uno scambio di embrioni tra coppie. Con il risultato che, dal dicembre scorso, c’è una delle quattro mamme che porta in grembo da quattro mesi addirittura due gemelli che non sono suoi, o che per meglio dire – secondo i riscontri – non sono compatibili con i profili genetici dei genitori”.

Il governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, appena venuto a conoscenza dello scambio di embrioni ha organizzato con Vitaliano De Salazar, direttore generale dell’ospedale da gennaio, dopo l’errore medico, una commissione d’indagine per accertare quanto accaduto. A capo della commissione, che si riunirà alle 17 del 14 aprile, il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell’Università di Tor Vergata.

La storia di queste coppie inizia a dicembre, quando quattro donne si sottopongono alla fecondazione assistita e una di loro rimane incinta di due gemelli. Tutto va bene, fino a quando la donna non chiede un test genetico al Sant’Anna di Roma, centro di eccellenza per la fecondazione assistita e la diagnosi prenatale:

“Trascorrono quindici giorni, ed ecco le risposte: la gravidanza va bene, i due bimbi crescono in salute, ma i «profili genetici dei due feti non sono compatibili con quelli dei genitori». In buona sostanza, al momento del trattamento, la donna avrebbe ricevuto nell’utero due embrioni di un’altra coppia”.

Subito il dg De Salazar chiude il reparto e si cerca di individuare quali siano le coppie coinvolte:

“Immediatamente viene scartata la coppia per la quale il tentativo di fecondazione non ha avuto esito (anche se nulla può essere escluso e sarà la commissione presieduta da Novelli a doverlo accertare). Restano i dubbi per altre due coppie e per altre due potenziali mamme. 

Allo stato, attuale, infatti, ci sono almeno due potenziali coppie di genitori (anche se non sono da escludere altri casi) che potrebbero avere figli che geneticamente non sono loro. Due coppie, e due o più potenziali madri, quindi, che portano in grembo figli di altri e che (almeno un’altra coppia non è stata ancora avvertita), dovranno decidere, una volta chiarito l’errore, se portare avanti o meno e con che modalità la futura gravidanza”.