Fecondazione eterologa: non è più vietato alle coppie fare figli con seme o ovuli di altri

Fecondazione eterologa, cade il divieto. Da riscrivere la legge 40
Fecondazione eterologa, cade il divieto. Da riscrivere la legge 40

ROMA – Non è più vietato fare un figlio con il seme di un altro uomo o con gli ovuli di un’altra donna. Lo ha deciso la Corte Costituzionale, dichiarando illegittimo il divieto di fecondazione eterologa, cioè il ricorso a gameti (spermatozoi o ovociti) esterni alla coppia. Fecondazione eterologa che in Italia è vietata dalla legge 40 del 2004.

Una decisione, quella del 9 aprile, che scatena come prevedibile l’ira dei cattolici (Famiglia Cristiana su tutti) mentre sul fronte dei favorevoli si segnala la presa di posizione di Umberto Veronesi: “E’ un grande momento per il Paese. Oggi, una volta di più, la magistratura ha dimostrato più libertà di pensiero del Parlamento”.

Legge 40 che adesso è da rifare, almeno per la parte (articoli 4, comma 3, 9, commi 1 e 3 e 12, comma 1) che limitava le procedure nella procreazione medicalmente assistita. In attesa delle motivazioni della sentenza che fa cadere il divieto, ricordiamo come il Tribunale Civile di Milano, gli avvocati delle coppie con problemi di sterilità che avevano fatto ricorso e l’avvocato dello Stato abbiano posto le questioni del diritto a essere genitori e all’autodeterminazione della coppia.

In particolare è stata posta in evidenza la “discriminazione totale e assoluta tra due categorie di coppie che si trovano nella stessa situazione dal punto di vista medico”: quelle che possono avere accesso alla fecondazione omologa e quelle che dovrebbero ricorrere a un donatore esterno ma incontrano il divieto previsto dalla legge 40.  In più si è posto l’accento sui viaggi della speranza, cioè fenomeno dei viaggi all’estero legati alla fecondazione in cui sono coinvolte circa 4mila le coppie  che ogni anno si rivolgono a strutture mediche fuori dall’Italia. “Il 63% delle coppie che in Spagna ricorre all’eterologa è rappresentato da coppie italiane” ha specificato l’avvocato Maria Paola Costantini.

Le reazioni – Non mancano, ovviamente, le reazioni alla decisione della Corte Costituzionale. Reazioni prevedibili, con l’area cattolica che protesta e quella laica che esulta. Famiglia Cristiana è tra i più duri e bolla la decisione come “ultima follia”. Sulla stessa linea l’associazione dei medici cattolici che chiede, come già succede per l’aborto, il diritto all’obiezione di coscienza. E i politici cattolici sposano la linea ufficiale. Roberto Formigoni definisce sarcasticamente la sentenza un “colpo di genio” e accusa la Corte Costituzionale di “abrogare la democrazia”.

Decisamente più eterogeneo il fronte dei favorevoli. Ci sono in testa i radicali e l’associazione Luca Coscioni. Ma c’è anche il sottosegretario Ivan Scalfarotto che parla di una sentenza “che fa uscire l’Italia dal medioevo”.

 

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