Fecondazione eterologa: “Divieto limita la libertà della coppia di avere figli”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Giugno 2014 - 20:07 OLTRE 6 MESI FA
Fecondazione eterologa: "Il divieto limita la libertà della coppia

Fecondazione eterologa: “Il divieto limita la libertà della coppia

ROMA –  Fecondazione eterologa, vietarla alle coppie sterili è incostituzionale, la scelta di una coppia di avere dei figli e di formare una famiglia è un diritto, è “espressione della fondamentale e generale libertà di autodeterminarsi”: così la Corte Costituzionale spiega la sentenza con cui, lo scorso 10 aprile, ha bocciato il divieto di questo tipo di fecondazione assistita previsto dalla legge 40.  Secondo la suprema corte la decisione di avere un figlio per le coppie sterili non può essere “incoercibile” se non vulnera altri valori costituzionali.

“La determinazione di avere o meno un figlio, anche per la coppia assolutamente sterile o infertile, concernendo la sfera più intima ed intangibile della persona umana, non può che essere incoercibile, qualora non vulneri altri valori costituzionali” e ciò anche quando sia necessario ricorrere all’eterologa.

“La disciplina in esame incide sul diritto alla salute” e “in relazione a questo profilo, non sono dirimenti le differenze tra procreazione medicalmente assistita di tipo omologo ed eterologo, benché soltanto la prima renda possibile la nascita di un figlio geneticamente riconducibile ad entrambi i componenti della coppia”.

Le coppie italiane infertili che vorrebbero poter avere un figlio con la fecondazione sarebbero già circa 9mila, con 11 coppie pronte a donare i propri gameti (gli ovociti). Secondo le stime, nel nostro Paese i bambini nati da fecondazione eterologa – prima che questa fosse vietata con la legge 40 del 2004 – sono qualche migliaio. A rendere possibile ora l’utilizzo della tecnica è la sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittimo l’articolo della Legge 40 relativo al divieto di utilizzo di spermatozoi e ovuli esterni alla coppia. Secondo il registro europeo Eshre sono italiane il 63% delle 6250 pazienti non spagnole che effettuano la fecondazione in Spagna, ovvero circa 4mila. A queste si aggiungono quelle che si rivolgono in altri paesi, come la Grecia, ma soprattutto coloro che vi avevano rinunciato, per motivi economici, pratici o di sicurezza. Queste ultime rappresentano la metà delle 3500 chiamate ricevute dai centri Cecos nell’arco di soli 20 giorni post sentenza. Ogni anno, sono circa 2500-2700 le coppie italiane che si recano all’estero per poter effettuare un intervento di fecondazione eterologa, stima l’Osservatorio sul turismo procreativo. I costi dipendono dalle attrezzature e dall’assistenza offerte dai centri, ma anche dalla speculazione, e variano dai 2500-3000 euro dell’Ucraina ai 7000- 8000 della Spagna.

LE REAZIONI ALLA SENTENZA –  ”Le coppie che si rivolgono a noi non vedevano l’ora di poter disdire un appuntamento preso all’estero. Ora potranno stare in Italia in sicurezza”. Rossella Bartolucci, presidente di Sos infertilità, commenta la pubblicazione delle motivazioni della Corte costituzionale, che ha eliminato il divieto di fecondazione eterologa e ha confermato la validità e la completezza della normativa vigente anche per questa tecnica di procreazione medicalmente assistita.

Bartolucci fa parte della squadra che coordina lo sportello di Milano ‘Tutta la genitorialità possibile’, legato al tema dell’eterologa: ”Da quando abbiamo aperto ai primi di maggio ogni settimana sono venute da noi in media tre, quattro coppie. Abbiamo l’agenda prenotata fino a luglio. Sintomo che davvero in Italia ci sono tantissime coppie vicine a questa tematica, si stima che siano circa 9mila quelle che potrebbero già essere interessate”.

Barbara Pollastrini del Pd, commentando le motivazioni della Corte Costituzionale ha spiegato che non c’è vuoto legislativo e che non serve una nuova legge: ”Oggi ci sono le condizioni per guardare in avanti e lasciare alle spalle contrapposizioni ideologiche. Stiamo parlando di un atto di amore in più: avere bambini per uomini e donne che hanno la sfortuna di avere malattie genetiche o problemi di fertilità”.

”La ministra della sanità e il governo convochino dunque un tavolo con associazioni, centri, medici e regioni”, prosegue l’ex ministra per le Pari opportunità. ”In tempi brevissimi, vengano predisposte le linee guida aggiornate al dispositivo della sentenza. E’ urgente monitorare e attrezzare sull’intero territorio nazionale una rete pubblica, in cui vivano anche i centri accreditati privati, per garantire l’applicazione della legge sulla fecondazione assistita. Le coppie italiane, che hanno già pagato molto in termini umani e economici a causa di una legge confusa e vessatoria, oggi non devono essere discriminate a seconda della regione di appartenenza o delle proprie possibilità”.

”La sentenza della Consulta ha depurato la legge degli articoli più assurdi e anticostituzionali. Avevamo tentato di cancellarli con i referendum mirati, avevamo ragione ma altri avevano la leva del condizionamento e del potere”, conclude Pollastrini, che di quei referendum fu promotrice. ”Sono stati anni sprecati per le speranze, per il valore della genitorialità e per rispetto della medicina’.