Fibromi: perché vengono non si sa, per eliminarli solo di rado serve il bisturi

Nella fascia d’età 30/50 anni quasi una donna su tre ne soffre. E l’incidenza non è diversa tra gli uomini con percentuali anche maggiori tra i più giovani. E’ quello che comunemente viene chiamato fibroma ma, nel caso di quello uterino, più comune tra le donne, la definizione è in realtà imprecisa. Di fibromi infatti ne esistono vari tipi, quasi tutti benigni e di semplice soluzione. Questo però non vuol dire che si debbano o possano sottovalutare.

Cos’è un fibroma

Il fibroma – come spiega il prof. Stefano Arcieri di iDoctors.it – indica una neoformazione benigna generata dai fibroblasti. Denominazione entro cui, spesso, vengono incluse in maniera impropria lesioni di natura diversa come i neurinomi. Ed è questo il caso del cosiddetto ‘fibroma uterino’. I fibromi presentano la stessa incidenza tra la popolazione maschile e quella femminile, interessando con maggior frequenza i bambini. Possono svilupparsi in ogni parte del corpo ma le aree più frequentemente interessate sono l’intestino, lo stomaco, le ossa, la cute e l’utero. Anche se, in realtà, per questo tipo di organo il termine fibroma è impropriamente usato in quanto questa forma tumorale benigna è caratterizzata dalla proliferazione di cellule muscolari lisce del miometrio e non da fibroblasti.

Esistono poi vari tipi di fibromi classificati in base a due criteri: il primo, relativo alla conformazione, suddivide i fibromi in nodulari e poliposi; il secondo riguarda la consistenza ed in base ad esso si riconoscono i fibromi duri da quelli molli, nei quali si riscontra una diversa percentuale di cellule e fibre collagene.

La causa dell’insorgenza dei fibromi è sconosciuta

Secondo alcuni autori vi è una diretta correlazione con una storia di familiarità per fibromatosi; è documentata un’incidenza più elevata di fibromi tra gli individui di pelle nera e in tutte quelle persone soggette a ripetuti traumatismi delle superfici corporee e nei soggetti obesi. I vari tipi di fibromi hanno un’evoluzione molto lenta e non hanno la tendenza a trasformarsi in lesioni maligne, rimanendo talvolta addirittura asintomatici. Tuttavia, nel caso venga accertata la loro presenza, è necessaria un’analisi accurata della loro natura allo scopo di escludere un’eventuale rara degenerazione.

La diagnosi delle varie tipologie di fibromi può essere fatta attraverso un’accurata indagine anamnestica sulla familiarità di questo tipo di lesione e sulla loro lenta evoluzione. All’esame obiettivo il medico potrà evidenziare le caratteristiche generali di consistenza e conformazione del fibroma oltre alla presenza dei vari sintomi specifici per il tipo di fibroma. Gli esami strumentali che aiutano il medico per la diagnosi definitiva sono l’ecografia e la Tomografia Computerizzata per le forme ossee e per i neurinomi, mentre il fibroma uterino viene principalmente diagnosticato attraverso una ecografia pelvica (sovrapubica o trans vaginale), un esame non invasivo che ha un’accuratezza diagnostica che supera il 95%, e permette di valutare la corretta posizione del fibroma all’interno dell’organo, riservando l’isteroscopia a casi particolari e dubbi.

Come vengono curati

Per quanto riguarda la cura, data la loro natura poco invasiva e la crescita lenta, la maggior parte dei fibromi non necessita di terapia medica, riservando il trattamento chirurgico alle sole forme a crescita espansiva che determinano fenomeni compressivi sugli organi adiacenti. Diverso è invece l’approccio per il fibroma uterino che può avvalersi di una terapia medica ed una chirurgica per controllarne l’evoluzione. La terapia farmacologica del fibroma dell’utero ha lo scopo di contrastare lo sviluppo del tumore e di ridurre gli episodi emorragici, molto spesso dolorosi.

Si utilizzano generalmente progestinici, composti che hanno funzione o struttura analoga a quella del progesterone, l’ormone secreto dopo l’ovulazione dal corpo luteo dell’ovaia e dalla placenta. Tali prodotti determinano una involuzione del fibroma esercitata dallo stimolo ormonale. La terapia chirurgica consiste nell’asportazione del tumore (miomectomia) o, nei casi più gravi, l’asportazione dell’utero (isterectomia), soluzione preferibile nel caso di dimensioni notevoli della formazione o per donne in età postmenopausale. La tecnica chirurgica può essere più o meno invasiva con intervento in laparoscopia o laparotomia e tempi di recupero in genere rapidi.

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