Fibrosi cistica, si vive di più e meglio grazie alle cure

Fibrosi cistica, si vive di più e meglio: Italia ai primi posti
Fibrosi cistica, si vive di più e meglio: Italia ai primi posti

ROMA – Grazie alla qualità dei centri e al miglioramento delle terapie sempre più malati di fibrosi cistica diventano adulti e sopravvivono a lungo: per il 2025 atteso un incremento del 50 % del numero di pazienti che convivono con la malattia rispetto a oggi.

E’ quanto emerge da uno studio a cui ha preso parte anche l’Italia sui trend di crescita della fibrosi cistica in 34 Paesi europei, condotto dalla Task Force sulla malattia delle Società Europee, Respiratoria e di Fibrosi cistica, e recentemente pubblicato sull’European Respiratory Journal.

Entro il 2025 il numero di bambini che convivono con la fibrosi cistica aumenterà del 20% e del 78% quello degli adulti malati. Il nostro Paese è ai primi posti in Europa per l’aumento della sopravvivenza dei malati, con un tasso di crescita superiore a quello di Belgio, Germania, Francia, e Danimarca, merito della qualità dell’assistenza e di terapie sempre più efficaci: gli esperti richiamano però alla necessità di centri sempre più “a misura” di adulto.

Nel prossimo futuro la sopravvivenza dei pazienti potrà forse aumentare ancora: è al via un progetto europeo finanziato con 50 milioni di euro, per lo studio di nuovi antibiotici per la fibrosi cistica che vede l’Italia capofila. Obiettivo, sviluppare farmaci per via inalatoria efficienti e in grado di migliorare la qualità di vita dei malati. La fibrosi cistica è una malattia genetica ereditaria che riguarda un bimbo ogni 2500-2700 nuovi nati. Provocata dall’alterazione di una proteina coinvolta nel trasporto dei sali, determina la produzione di muco denso e vischioso che ostruisce ad esempio le vie aeree, il pancreas, il fegato, l’intestino: i pazienti hanno molta difficoltà a respirare e sono soggetti a infezioni polmonari e tosse, da tenere sotto controllo con farmaci e drenaggi per sciogliere il muco.

“Non esiste ancora una cura, ma la malattia viene controllata sempre meglio, tanto che la sopravvivenza è aumentata in maniera lineare negli ultimi sessanta anni” spiega Francesco Blasi, presidente eletto della Società Italiana di Medicina Respiratoria (SIMER) e coordinatore scientifico degli studi clinici del programma europeo.

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