Glutine, forse non è quella la causa di gonfiori e dolori: ecco da cosa dipendono

Può non essere il glutine la causa di gonfiori e dolori addominali
Glutine, forse non è quella la causa di gonfiori e dolori: ecco da cosa dipendono

LONDRA – Pensate di essere intolleranti al glutine? Forse non è quella la causa di certi disagi, anche se i sintomi sono gli stessi dei celiachi.

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Il glutine è una proteina che facilita la lavorazione delle farine e assicura croccantezza e consistenza al pane e ai prodotti di pasticceria, ma la vendita di prodotti senza glutine è in continuo aumento.

L’opinione dei medici è che il glutine, presente nel grano e in alcuni altri cereali, non causa problemi a meno che, come l’1% della popolazione, non si soffra di celiachia, una risposta immunitaria severa anche a piccole quantità di glutine, che causa infiammazione nell’intestino e dà sintomi come gonfiore, dolore addominale e diarrea.

In un recente studio, i ricercatori dell’Università di Oslo, Norvegia, hanno esaminato circa 60 persone che, pur non essendo celiache, avevano optato per una dieta priva di glutine. Ai partecipanti è stato detto di seguire tre diete per sette giorni, con delle barrette di muesli: una conteneva glutine, un’altra un tipo di zucchero chiamato fructan, e la terza nessuno dei due prodotti. I risultati, pubblicati sulla rivista Gastroenterology, hanno mostrato che il fructan, rispetto al glutine e al placebo, ha provocato più gonfiore e altri sintomi gastrointestinali, scrive il Daily Mail.

È l’ultimo di una serie di studi a indicare che, dietro ciò che viene percepita come intolleranza al glutine, ci siano altri responsabili. La ricerca dimostra che eliminando il glutine, le persone finiscono inavvertitamente per togliere il vero responsabile e notano un notevole miglioramento dei sintomi.

“Quando abbiamo esaminato la ricerca, non c’erano prove che eliminando il glutine sarebbe stato un vantaggio per chi non fosse celiaco”, afferma Jessica Biesiekierski, docente di nutrizione e gastroenterologia a La Trobe University di Melbourne, in Australia, che ha ha condotto ricerche nel settore.

Quindi, per scoprire cosa potrebbe essere alla base dei sintomi che alcuni non-celiaci sembrano sperimentare in risposta all’assunzione di glutine, Biesiekierski e i colleghi hanno avviato un rigoroso studio clinico in doppio cieco, testando 34 pazienti che hanno affermato di avere intolleranza al glutine, ma di non essere celiaco. 

Ai partecipanti è stato chiesto di seguire una dieta priva di glutine, e sono stati dati identici muffin e pane con o senza glutine da mangiare ogni giorno per un massimo di sei settimane. Oltre a misurare i livelli dei marcatori di infiammazione nel sangue, i ricercatori hanno anche monitorato i sintomi dell’intestino come diarrea, stitichezza e gonfiore.

I risultati, pubblicati nel 2011 sull’American Journal of Gastroenterology, hanno mostrato che quasi il 70% dei pazienti trattati con prodotti contenenti glutine soffriva di sintomi rispetto al 40% di chi aveva seguito una dieta completamente priva di glutine, indicando che il glutine era la vera fonte dei loro problemi, anche se non erano celiaci.

I partecipanti non sapevano se stessero mangiando glutine, per cui i ricercatori erano certi che l’effetto non fosse psicologico. Hanno concluso che alcune persone soffrono di una patologia chiamata “intolleranza al glutine non celiaca”. 

Ma le cose si sono complicate: Biesiekierski e il team della Monash University di Melbourne, guidati dall’esperto di gastroenterologia Peter Gibson, stavano studiando come le sostanze chimiche chiamate FODMAP (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili) nella dieta potessero scatenare sintomi in chi soffre della sindrome dell’intestino irritabile.

A differenza del glutine, che è una proteina, i FODMAP sono molecole zuccherine presenti naturalmente in una gamma di alimenti, tra cui frutta, verdura, cereali e latticini. I più diffusi sono i fruttani, carboidrati presenti nel grano, nella frutta e nella verdura.

Altri FODMAP comuni comprendono lattosio (zucchero del latte) e polioli, compresi i dolcificanti artificiali o naturali come xilitolo e sorbitolo. Per molte persone, i FODMAP fanno parte di una dieta sana. Sono fermentati dai batteri “buoni” che vivono nell’intestino e aiutano ad assorbire l’acqua nelle feci. Tuttavia, questo processo di fermentazione in alcune persone può innescare sintomi sgradevoli come gonfiore, dolore e diarrea, esattamente gli stessi sintomi riscontrati dai non-celiaci che sembrano essere intolleranti al glutine.

Il team Monash ha iniziato a misurare i livelli di FODMAP nel cibo e scoperto che molti cereali ad alto contenuto di glutine, come il grano, tendevano anche ad essere ricchi di fruttani, mentre il pane e la pasta commerciali senza glutine, avevano livelli molto bassi di fruttani e altri FODMAP. Ciò spiega perché le persone con sensibilità ai FODMAP tendono a vedere un miglioramento dei sintomi quando passano a prodotti senza glutine.

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