ROMA – Esistono dei batteri che si trovano nella nostra bocca e che possono indicare il rischio di sviluppare un tumore. Un nuovo studio ha esaminato la correlazione tra la presenza di questi batteri “cattivi” e l’insorgenza dei tumori, ma non è ancora chiaro se siano i microrganismi a scatenarli o se siano solo un sintomo della malattia. Le nostre bocche d’altronde sono abitate da batteri, che si dividono tra quelli “buoni” che fanno parte del nostro sistema immunitario e quelli “cattivi” che causano infezioni e malattie. Capire la differenza tra questi microrganismi e i loro effetti può aiutare i medici a sviluppare un test per la diagnosi precoce dei tumori.
Cristina Marrone sul Corriere della Sera intervista Giampaolo Tortora, professore ordinario di oncologia medica dell’Università di Verona e direttore di Oncologia dell’azienda ospedaliera della città. Il professore spierga che c’è una forte correlazione tra la presenza di alcuni batteri e l’insorgenza di tumore al pancreas, all’intestino, all’esofago e al seno, ma non è ancora chiaro se si tratti di potenziali cause o di sintomi che qualcosa nel corpo sta cambiando e prende in esempio i batteri “buoni”:
“«Ci sono evidenze scientifiche che legano la presenza di questi batteri alla risposta alla terapia. Si è cominciato a vederlo con la chemioterapia e si è visto che in pazienti trattati con antibiotici (che uccidono sia batteri dell’infezione ma anche la flora batterica intestinale), alcuni chemioterapici antitumorali (in particolare il cispaltino ma cominciano a essere più di uno) non funzionano, o funzionano male» . I batteri dell’intestino dunque sono in generale importanti per le difese immunitarie, ma anche per migliorare la risposta della chemioterapia”.
Gli scienziati hanno così scoperto che se il microbiota, cioè l’insieme dei batteri presenti nell’intestino, è funzionante, anche il sistema immunitario lavora meglio e la risposta dei linfociti al tumore è maggiore. Non esistono però solo batteri “buoni”, ma ce ne sono anche di “cattivi” che al contrario causano infiammazioni e rendono il lavoro del sistema immunitario complicato e difficile. I batteri “cattivi” poi si anniderebbero nella bocca, secondo i risultati della ricerca, anche per il tumore al pacreas, uno dei più letali e difficili da diagnosticare:
“La ricerca ha trovato che le persone che hanno un più alto livello di batteri orali del tipo, Porphyromonas gingivalis, hanno un rischio del 60 per cento più elevato di sviluppare il cancro al pancreas rispetto a chi ha livelli più bassi di questi batteri. Non solo. Livelli più elevati di un altro batterio orale, l’Aggregatibacter actinomycetemcomitans, è risultato legato a un rischio di tumore al pancreas più che raddoppiato. Entrambi i batteri sono noti per essere causa di parodontite, grave malattia infiammatoria dei denti”.
Sempre nella bocca si trovano poi quelli correlati al tumore all’intestino e all’esofago:
“Uno studio del 2016 suggerisce che alcuni batteri della bocca che provocano sanguinamenti delle gengive potrebbero aumentare il rischio di cancro intestinale. In particolare il Fusobacterium può viaggiare attraverso il sangue fino all’intestino dove potrebbe innescare il tumore o peggiorarne uno già esistente. Questo batterio è stato rilevato in quantità centinaia di volte maggiori in tessuti cancerosi rispetto a quelli sani.
Alcuni studi hanno trovato differenze nel microbiota orale di persone con cancro all’esofago rispetto a persone sane. Le persone con cancro esofageo tendono ad avere livelli molto più bassi di proteobatteri. Inoltre nel 2016 i ricercatori della School of Dentistry, all’Università di Lousville in Kentucky, hanno scoperto che il batterio Porphyromonas gingivalis era presente nel 61% delle persone con cancro all’esofago. Ci sono due possibili spiegazioni: o le cellule tumorali sono una zona preferita del P. gingivalis per prosperare, oppure l’infezione del batterio facilita lo sviluppo del cancro esofageo”.
Uno studio del 2015, invece, ha associato la presenza di microrganismi nella bocca in correlazione con l’insorgenza del tumore al seno_
“Uno studio del 2015 condotto dall’Università di Buffalo a New York ha evidenziato che i batteri associati alle malattie parodontali e gengiviti potrebbero avere un ruolo nell’innescare il tumore al seno. I ricercatori hanno studiato 73 mila donne in postmenopausa scoprendo che chi era affetta da malattie parodontali correvano il rischio del 14 per cento più elevato di sviluppare il cancro al seno. Tra le donne che avevano smesso di fumare negli ultimi 20 anni, quelle con malattia parodontale avevano un rischio del 36 per cento più elevato di sviluppare la malattia. Quelle affette da malattia parodontale che non avevano mai fumato o avevano smesso più di 20 anni prima avevano rispettivamente un maggior rischio del 6 e dell’8 per cento. Quali sono le spiegazioni? Una possibilità è che l’infiammazione sistemica può sorgere con la malattia parodontale e colpire il tessuto del seno. Un’altra spiegazione possibile è che i batteri dalla bocca possono entrare nel sistema circolatorio e di conseguenza alterare il tessuto mammario”.
Fumo e alcol poi si rivelano per l’ennesima volta nemici della salute. Fumare infatti altera il microbiota della bocca e aumenta così i fattori di rischio per molte patologie.