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Il microbioma intestinale influenza la salute del cuore e il processo di invecchiamento

redazione salute |17 Giugno 2024 14:50

microbioma intestinale, foto ANSA

La relazione tra il microbioma intestinale e la nostra salute è un campo di ricerca in rapida evoluzione che sta rivelando interessanti connessioni tra la flora intestinale, le malattie cardiovascolari e il processo di invecchiamento. Il microbioma intestinale, costituito da trilioni di microrganismi, svolge un ruolo cruciale non solo nella digestione, ma anche nella regolazione di vari processi fisiologici.

I ruolo del microbioma intestinale nella salute cardiovascolare

La salute cardiovascolare è strettamente legata a vari fattori metabolici, e il microbioma intestinale sembra giocare un ruolo chiave in questo equilibrio. Studi recenti hanno dimostrato che la composizione del microbioma intestinale può influenzare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari attraverso diversi meccanismi.

Uno studio pubblicato su Nature Medicine ha rivelato che alcune specie batteriche nel microbioma intestinale sono associate a parametri metabolici specifici che possono aumentare o diminuire il rischio di malattie cardiovascolari. Ad esempio, metaboliti come il trimetilammina N-ossido (TMAO) e gli acidi grassi a catena corta (SCFA) prodotti dai batteri intestinali possono influenzare l’infiammazione, la risposta immunitaria e il metabolismo dei lipidi e del glucosio. TMAO è stato collegato a un aumento del rischio di aterosclerosi, mentre gli SCFA hanno effetti benefici sul metabolismo del glucosio e sulla regolazione della pressione sanguigna.

Il Dr. Yoshua Quinones, un internista certificato a Manhattan, NY, spiega che con l’avanzare dell’età, i cambiamenti nel sistema immunitario, nella dieta e nello stile di vita possono alterare il microbioma intestinale, portando a una riduzione della diversità batterica e a cambiamenti funzionali che influenzano la salute generale e il rischio di malattie. La modulazione del microbioma attraverso la dieta, i probiotici e altri interventi potrebbe quindi rappresentare una strategia promettente per prevenire le malattie cardiovascolari.

Microbioma intestinale e invecchiamento

L’invecchiamento è un processo complesso influenzato da vari fattori genetici e ambientali, e il microbioma intestinale sembra avere un ruolo significativo in questo contesto. I ricercatori cinesi hanno sviluppato una “firma microbica” correlata all’età e al metabolismo basata su studi condotti su una coorte di oltre 10.000 individui. Questa firma è stata poi verificata su un’altra coorte di oltre 9.000 persone, dimostrando che certe caratteristiche del microbioma sono associate a un invecchiamento più sano.

L’età è associata a determinati cambiamenti nella composizione del microbioma intestinale. Ad esempio, i microbiomi delle persone più giovani sono tipicamente caratterizzati da livelli più bassi di specie Bacteroides, mentre gli anziani presentano livelli più alti di specie come Prevotella ed Enterobacteriaceae. Queste differenze possono influenzare vari aspetti della salute, compresa la suscettibilità alle malattie cardiovascolari.

In uno studio, i ricercatori hanno esaminato il microbioma intestinale di 4.491 partecipanti e hanno sequenziato i genomi dei microbi trovati, identificando la presenza e l’abbondanza di specie particolari. Hanno scoperto che i microbiomi delle persone con un’età metabolica più giovane erano associati a un rischio ridotto di malattie cardiovascolari. Questa scoperta suggerisce che la modulazione del microbioma potrebbe essere una strategia efficace per promuovere un invecchiamento sano e prevenire le malattie cardiovascolari.

La salute metabolica è un indicatore cruciale del rischio di malattie cardiovascolari. I ricercatori hanno esaminato una coorte di 10.207 partecipanti cinesi, raccogliendo dati su 21 parametri metabolici per classificare gli individui in cinque cluster di “multimorbilità metabolica”. Questi cluster includevano un gruppo sano (MC1) e altri gruppi con vari disturbi metabolici come colesterolo HDL basso (MC2), colesterolo LDL alto (MC3), obesità (MC4) e iperglicemia (MC5).

I risultati hanno mostrato che le persone nei gruppi di obesità e iperglicemia avevano rispettivamente il 75% e il 117% di probabilità in più di sviluppare malattie cardiovascolari rispetto al gruppo sano. Questi risultati sono stati poi convalidati in una coorte di 9.061 individui con un follow-up di 10 anni. Questo studio evidenzia l’importanza della salute metabolica come fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e suggerisce che la modulazione del microbioma potrebbe essere un modo per migliorare la salute metabolica e ridurre il rischio di malattie cardiovascolari.

Influenza del microbioma su invecchiamento e salute del cuore

La ricerca ha dimostrato che alcune specie batteriche nel microbioma intestinale possono influenzare il processo di invecchiamento e il rischio di malattie cardiovascolari. Ad esempio, uno studio ha trovato che i microbiomi delle persone più giovani erano caratterizzati da una maggiore presenza di specie Bacteroides, mentre quelli degli anziani avevano livelli più alti di Prevotella ed Enterobacteriaceae. Questi cambiamenti nella composizione del microbioma possono influenzare vari aspetti della salute, compresa la suscettibilità alle malattie cardiovascolari.

Gli autori dello studio hanno anche sottolineato la variazione microbica tra individui in paesi diversi, suggerendo che ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere meglio queste differenze. Tuttavia, le analisi hanno dimostrato che un’età microbica più giovane era associata a un rischio ridotto di malattie cardiovascolari, indicando che il microbioma potrebbe essere un bersaglio promettente per la prevenzione delle malattie cardiovascolari negli anziani.

Catherine Rall, una dietista registrata, ha commentato che i risultati di questo studio mostrano una forte correlazione tra la cattiva salute del microbioma intestinale e un aumento del rischio di condizioni legate alla morbilità come i problemi cardiovascolari. Un microbioma intestinale sano può aiutare a limitare gli impatti dell’invecchiamento sul corpo, diventando ancora più importante per aiutare le persone a rimanere in salute mentre invecchiano.

Il microbioma intestinale è altamente modificabile attraverso interventi dietetici e terapeutici. L’integrazione di prebiotici e probiotici può influenzare positivamente la composizione del microbioma, migliorando la salute metabolica e riducendo il rischio di malattie cardiovascolari. I prebiotici sono fibre alimentari che alimentano i batteri benefici nell’intestino, mentre i probiotici sono microrganismi vivi che conferiscono benefici alla salute dell’ospite.

Rall osserva che, sebbene ci sia qualche merito nell’idea che la salute del microbioma possa correlarsi con l’età biologica, anche misure potenzialmente più estreme come il trapianto fecale possono avere effetti significativi. Il trapianto fecale, che prevede il trasferimento di microbiota intestinale da un donatore sano a un ricevente, ha dimostrato di essere efficace nel trattamento di alcune infezioni intestinali e potrebbe avere potenziali applicazioni nella modulazione del microbioma per migliorare la salute cardiovascolare e rallentare il processo di invecchiamento.

Disbiosi intestinale e malattie infiammatorie

La disbiosi intestinale, uno squilibrio nelle popolazioni batteriche dell’intestino, è stata collegata a una serie di condizioni infiammatorie, tra cui la malattia infiammatoria intestinale (IBD), l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso sistemico. Anche le malattie cardiovascolari sono state associate alla disbiosi intestinale, suggerendo che il microbioma intestinale potrebbe influenzare l’infiammazione sistemica e la salute cardiovascolare.

Gli autori di vari studi hanno esaminato infarto, ictus e morte correlata a eventi cardiovascolari, scoprendo che la disbiosi intestinale è associata a fattori di rischio cardiovascolare come aterosclerosi, ipertensione, insufficienza cardiaca, malattia renale cronica, obesità e diabete di tipo 2. Tuttavia, resta da determinare se la disbiosi intestinale sia una causa diretta di queste condizioni o se queste condizioni contribuiscano alla disbiosi

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