Gli immuni, come il 10% per l’Aids. C’è un gene o l’interferone?

Come mai alcune persone, nonostante siano state a contatto con i positivi sono immuni al coronavirus? La risposta è nel Dna.

Ci sono persone che resistono al contagio coronavirus, sono gli immuni. Hanno sviluppato qualcosa nel loro sistema immunitario che permette al virus di non attecchire e quindi di non contagiare. E’ un po’ come già accade in Europa per l’Aids, dove questa variante genetica è diffusa nel 10% della popolazione.

Immuni al coronavirus perché? “La nostra ipotesi è che esistano geni che rendono alcune persone più protette dal contagio”, dice a Repubblica lo scienziato di Tor Vergata Giuseppe Novelli. 

Ma come funziona? “Può darsi che un gene permetta a una persona di produrre una buona quantità di interferone, che è un ingrediente importante della risposta immunitaria. Finora – spiega Novelli – siamo riusciti a dimostrare il contrario, pubblicando lo studio su Science: le persone con una particolare variante genetica che ostacola la protezione di interferone tendono più spesso a ricadere nella categoria dei malati gravi. Oppure può accadere che una variante genetica blocchi la porta di accesso del virus, il recettore Ace2″. 

La caccia al Dna dei resistenti può servire?

Novelli, sempre a Elena Dusi per Repubblica, spiega: “Non è facile trovare le persone giuste da studiare e chiedergli ora di sottoporsi a un test del Dna. Dovrebbero essere individui molto esposti al coronavirus, personale sanitario o parenti di positivi, ma allo stesso tempo negativi sia al tampone che al test sierologico. Abbiamo al momento pochi campioni, ma per questo tipo di studi serve una collaborazione internazionale”.

“Finora avevamo considerato quattro categorie di contagiati: gli asintomatici, le persone con sintomi lievi, chi ha bisogno solo di ossigeno e chi di terapia intensiva. Può darsi che ne esiste una quinta: i resistenti“. (Fonte Repubblica).

 

 

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