In coma da 16 anni: il suo cervello si spaventa guardando un film di Hitchcock

In coma da 16 anni: il suo cervello si spaventa guardando un film di Hitchcock
In coma da 16 anni: il suo cervello si spaventa guardando un film di Hitchcock

ROMA – E’ in coma da 16 anni ma il suo cervello si è attivato, spaventato, persino divertito e appassionato guardando un film di Hitchcock. E’ accaduto in Canada: l’uomo di 34 anni è ridotto in stato vegetativo dall’età di 18 anni, in seguito a un’aggressione, eppure alcune aree del suo cervello mostrano ancora attività di pensiero cosciente, al pari di un soggetto sano. Il caso è stato pubblicato sulla rivista Pnas e non è il solo. Lo studio, condotto da Adran Owen, neuroscienziato della University of Western Ontario, in Canada, dimostra che molti pazienti in coma conserverebbero la capacità di avere un’attività cerebrale cosciente.

L’esperimento ha coinvolto anche dodici volontari perfettamente in salute: tutti hanno guardato lo stesso episodio del 1961 della serie televisiva Alfred Hitchcock presenta, creata dallo stesso regista. Il film si prestava bene perché ricco di suspense: una bambina di 5 anni girava per le strade con una pistola carica, credendola un giocattolo e urlando a tutti “bang” prima di puntarla e premere il grilletto.

Grazie a uno speciale tipo di risonanza magnetica (Functional Magnetic Resonance Imaging o risonanza magnetica funzionale) i ricercatori hanno monitorato l’attività del cervello dei partecipanti durante tutta la durata del film.

“Tutti hanno mostrato di mettere in moto le stesse zone”, affermano i ricercatori.

Secondo il Dott. Owen è capace di un’attività neurale verosimilmente cosciente un paziente su cinque di quelli ritenuti in stato di morte cerebrale. Sia il paziente che i soggetti sani mostrano chiari segni di coscienza: concentrazione, capacità previsionale per capire le mosse dell’assassino, capacità di dedurre cosa succederà nel corso del film. Per questo, anche se il paziente è in stato vegetativo da 16 anni, il padre lo porta al cinema ogni mercoledì.

”Il fatto che si possa dire che il paziente sta traendo piacere dai film, e che ne possa in qualche maniera seguire la trama e comprenderli dice molto sulla sua qualità di vita, conclude Owen. Ci sono un sacco di mercoledì in 16 anni”.

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