Individuati biomarcatori che avvisano della presenza di tumore 7 anni prima dei sintomi

redazione salute
Pubblicato il 26 Maggio 2024 - 16:00
ricercatori

ricercatori, foto ANSA

Due studi recenti suggeriscono che specifici biomarcatori nel sangue possono indicare la presenza di tumore fino a sette anni prima che i sintomi si manifestino. Questa scoperta promette di rivoluzionare la diagnosi e il trattamento del cancro, migliorando significativamente le prospettive per i pazienti.

I due nuovi studi, condotti dall’Oxford Population Health presso l’Università di Oxford nel Regno Unito, hanno esplorato le associazioni tra migliaia di proteine del plasma sanguigno e una serie di tumori.

Il primo studio, pubblicato su Nature Communications il 15 maggio, ha identificato 371 marcatori di proteine plasmatiche associati al rischio di cancro. Di questi, 107 marcatori erano collegati a tumori che non erano stati diagnosticati fino a sette anni dopo, suggerendo una potenziale opportunità per la diagnosi precoce e il trattamento.

Il secondo studio, pubblicato sempre su Nature Communications il 29 aprile, ha osservato associazioni tra 40 proteine plasmatiche e vari tumori comuni. La speranza degli autori è che questa ricerca possa aprire la strada all’individuazione e al trattamento dei tumori nelle prime fasi del loro sviluppo e forse a prevenire del tutto la loro insorgenza.

Gli studi

I ricercatori hanno utilizzato i dati della Biobank del Regno Unito, analizzando i collegamenti statistici tra 1.463 proteine plasmatiche e 19 tipi di cancro in 503.317 adulti di età compresa tra 39 e 73 anni. Nel secondo studio, le associazioni tra 2.047 proteine e nove tipi di cancro sono state esaminate in 300.000 persone.

La proteomica, lo studio delle proteine ovunque si trovino nel corpo, è stata la disciplina chiave utilizzata in questa ricerca. La proteomica coinvolge diverse discipline tra cui fisica, biochimica, informatica, genetica e bioinformatica. Attraverso questi studi, i ricercatori hanno cercato di comprendere come i livelli specifici di proteine plasmatiche possano indicare o riflettere la presenza di un cancro, rappresentando un primo passo verso una maggiore comprensione delle proteine plasmatiche e dei tumori.

I collegamenti tra proteine plasmatiche e rischio di tumore

Il primo studio ha rivelato collegamenti potenziali tra le proteine plasmatiche e un aumento del rischio di diversi tipi di cancro, tra cui:

  • Cancro del fegato
  • Cancro del tratto digestivo e gastrointestinale
  • Linfoma non Hodgkin
  • Cancro del colon-retto
  • Cancro del polmone
  • Cancro dei reni
  • Cancro del cervello
  • Cancro dello stomaco
  • Cancro dell’esofago
  • Cancro dell’endometrio
  • Cancro del sangue

Il secondo studio ha osservato legami con:

  • Cancro al seno triplo negativo
  • Cancro della vescica
  • Cancro del polmone
  • Cancro del pancreas

Richard Reitherman, MD, direttore medico del Breast Imaging presso il MemorialCare Breast Center dell’Orange Coast Medical Center in California, ha spiegato che queste pubblicazioni dimostrano l’associazione tra proteine specifiche e la loro correlazione con tumori comuni. Questo livello di ricerca di base è progettato per comprendere ulteriormente come proteine specifiche siano correlate ai tumori umani.

Tuttavia, l’interruzione di questi processi potrebbe provocare malattie, incluso il cancro. Per alcune proteine, livelli ematici più elevati sono collegati a un rischio di cancro più elevato, mentre altre possono essere protettive, quindi livelli più elevati sono collegati a un rischio inferiore.

Joshua Atkins, PhD, BBmedSci, epidemiologo genomico senior dell’Università di Oxford, ha affermato che il team sta lavorando per comprendere quali livelli di proteine dovrebbero destare preoccupazione. Questo processo potrebbe richiedere del tempo, poiché determinare livelli sani di proteine richiede numerosi test e analisi.

David S. B. Hoon, PhD, professore e direttore del Genomic Sequencing Center presso il St. John’s Cancer Institute in California, ha evidenziato che la ricerca potrebbe non rappresentare gli adulti di tutte le età, suggerendo che ulteriori studi potrebbero essere necessari per coprire una gamma più ampia di popolazioni.

L’Impatto dei biomarcatori sulla diagnosi precoce

I biomarcatori scoperti in questi studi hanno il potenziale di trasformare la diagnosi del cancro, consentendo ai medici di individuare i tumori molto prima che i sintomi si manifestino. Questo approccio potrebbe portare a trattamenti più tempestivi e efficaci, migliorando significativamente le prospettive per i pazienti.

Nonostante le promesse, è importante considerare che le proteine hanno ruoli importanti in molti dei processi chiave del corpo. Alterarne i livelli o la funzione potrebbe avere effetti negativi. Ad esempio, la proteina FGFR3 è collegata a un aumento del rischio di cancro alla vescica, ma il suo abbassamento è legato a un aumento del rischio di osteoartrite.

Questa ricerca rappresenta un passo significativo verso la diagnosi precoce e il trattamento del cancro. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno i ruoli delle proteine plasmatiche e sviluppare metodi sicuri ed efficaci per utilizzare queste scoperte nella pratica clinica.