Latte materno sì ma non sul web. Lì viaggia truffa: 1 su 10 con latte di mucca

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Aprile 2015 - 11:37 OLTRE 6 MESI FA
Latte materno sì ma non sul web. Lì viaggia la truffa

Latte materno sì ma non sul web. Lì viaggia la truffa

ROMA – Lo chiamano “oro bianco” perché un solo litro arriva costare 100 euro, ma il latte materno, salvavita per i bimbi prematuri e toccasana per ogni neonato in quanto concentrato naturale di anticorpi che aiuta a prevenire le malattie, non sempre è purissimo. Sconsigliatissimo è l’acquisto sul web, perché lì viaggia la truffa. Tra quelli venduti su Internet, uno su dieci è mescolato con latte di mucca o in polvere, con relativi rischi di contaminazione da batteri. A dare l’allarme due articoli pubblicati sulle riviste Bmj e Pediatrics.

Il fenomeno della vendita online è ancora circoscritto alla realtà statunitense, ma il rischio è che il latte contaminato presto arrivi anche in Italia. Scrive Elena Dusi sul quotidiano la Repubblica che sui siti più gettonati, come onlythebreast.com e eatsonfeet.org, ci sono mamme che vantano la cremosità del proprio latte e i ritmi di crescita dei loro bimbi, offrendo il proprio elisir a prezzi esorbitanti. Ma non sempre si tratta di vendita diretta: le mamme americane possono spedire il loro latte a banche private che lo trattano a loro volta per poi rivenderlo ad ospedali e altre mamme. In alcune bottigliette il latte vaccino mischiato al latte umano raggiunge il 50%.

In Italia, al momento il latte materno è ceduto senza fini di lucro presso gli ospedali. Nel 2012 riporta Repubblica, grazie alle banche del latte 975 madri hanno donato 9.448 litri di latte agli ospedali. Ma il business dell’oro bianco, in forte ascesa negli Usa, potrebbe arrivare da un giorno all’altro anche da noi. Si contano già circa 55mila mamme oltreoceano che trafficano latte umano via web, quasi 40 mila in più rispetto a tre anni prima.

Un fenomeno in crescita anche grazie alle raccomandazioni dell‘Organizzazione Mondiale della Sanità che consiglia di allattare al seno per almeno 6 mesi-un anno. Di qui la scelta di molte donne, che non ne producono abbastanza, di ricorrere a quello di altre mamme. Ma sebbene sia lodevole lo sforzo, prima di tutto economico, di queste mamme è bene stare attenti a quel che si acquista su Internet, dove i controlli sono praticamente a zero.

Oltretutto la compravendita di latte materno rischia di scoraggiare le donazioni agli ospedali facendo lievitare sempre di più il costo del prezioso elisir. Ecco perché la Food and Drug Administrastion, l’ente che regola il commercio di cibo e medicinali in America, sta valutando l’idea di porre dei limiti al nuovo business.

Scrive sempre Elena Dusi su Repubblica che la rivista Pediatrics, due anni fa, pubblicò un altro studio che misurava il livello di contaminazione batterica del latte acquistato su Internet. Il 72% delle bottigliette esaminate conteneva batteri, in 3 casi su 100 perfino salmonella.