16Le statine, farmaci noti principalmente per il loro ruolo nella riduzione del colesterolo, potrebbero avere un potenziale sorprendente nella prevenzione dei tumori, in particolare del tumore al pancreas. A dirlo sono i risultati di un nuovo studio, secondo cui la terapia con statine potrebbe svolgere un ruolo significativo nella prevenzione dei tumori infiammatori.
L’infiammazione cronica è riconosciuta come un fattore di rischio per vari tipi di cancro, incluso il cancro al pancreas. Questa nuova ricerca ha esplorato i meccanismi attraverso i quali le statine, in particolare la pitavastatina, potrebbero contribuire a sopprimere l’infiammazione cronica, riducendo così il rischio di sviluppo del cancro. I risultati di questo studio potrebbero avere implicazioni significative per la pratica clinica, aprendo la strada a nuove strategie preventive.
Lo studio
Le statine sono farmaci comunemente prescritti per ridurre i livelli di colesterolo LDL, noto anche come colesterolo “cattivo”. La loro efficacia nel prevenire malattie cardiovascolari come infarti e ictus è ben documentata. Tuttavia, l’interesse dei ricercatori si è recentemente esteso oltre il controllo del colesterolo, esplorando altri potenziali benefici delle statine. Questo studio in particolare si è concentrato sull’effetto delle statine sull’infiammazione cronica, un fattore di rischio noto per il cancro.
I ricercatori hanno scoperto che la pitavastatina può aiutare a bloccare l’azione di una proteina specifica, l’interleuchina 33 (IL-33), che è coinvolta nell’avvio dell’infiammazione cronica. L’infiammazione cronica è una condizione persistente che può danneggiare i tessuti e gli organi nel tempo, creando un ambiente favorevole allo sviluppo del cancro. L’IL-33 è stata identificata come un fattore chiave in questo processo, e la capacità della pitavastatina di bloccare la sua azione suggerisce che questa statina potrebbe avere un ruolo nella prevenzione del cancro al pancreas.
Un’analisi dettagliata è stata condotta utilizzando modelli murini, campioni di tessuti umani e linee cellulari. I ricercatori hanno indotto un’infiammazione cronica nei topi, sia sulla pelle che nel pancreas, e hanno osservato un’elevata espressione di IL-33 in queste aree infiammate. Ulteriori analisi hanno rivelato che l’infiammazione attivava una specifica via di segnalazione, TLR3/4, che a sua volta causava l’espressione di IL-33. Un altro meccanismo cellulare, TBK1-IRF3, è stato identificato come regolatore dell’espressione di IL-33 nella pancreatite cronica e nella dermatite nei topi.
I ricercatori hanno poi testato l’uso della pitavastatina per bloccare l’espressione di IL-33. I risultati sono stati promettenti: la pitavastatina è riuscita a bloccare con successo l’espressione di IL-33 e, di conseguenza, a ridurre la pancreatite cronica. Campioni di tessuti umani hanno confermato che l’asse di segnalazione IRF3-IL-33 è attivo in condizioni di pancreas infiammato e cancro al pancreas.
Un ulteriore passo è stato esaminare le cartelle cliniche elettroniche di oltre 200 milioni di persone per valutare l’uso della pitavastatina e il rischio di cancro al pancreas. I risultati hanno mostrato che le persone che assumevano pitavastatina avevano un rischio ridotto di pancreatite cronica e cancro al pancreas.
Shadmehr Demehri, MD, PhD, uno degli autori dello studio, ha spiegato che circa il 15-20% dei decessi per cancro a livello mondiale è legato a tumori che si sviluppano nel contesto di un’infiammazione cronica. Demehri ha sottolineato l’importanza di identificare i fattori che avviano l’infiammazione cronica in vari organi e di comprendere i meccanismi cellulari che regolano questo processo. I risultati della ricerca rivelano che una statina come la pitavastatina può bloccare l’espressione di fattori immunitari come l’IL-33, prevenendo così l’infiammazione cronica e il conseguente sviluppo del cancro.
Il dottor Robert Salazar, cardiologo presso il Memorial Hermann, ha evidenziato l’importanza delle statine nel gestire il colesterolo alto, un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Salazar ha spiegato che le statine vengono generalmente prescritte quando il rischio di infarto, ictus o malattia arteriosa periferica è elevato. Tuttavia, gli usi alternativi delle statine per altre condizioni di salute sono un’area di ricerca in crescita.
Se è vero che questo studio offre indizi promettenti sull’uso delle statine nella prevenzione del cancro, sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questi risultati e tradurli in pratica clinica. Gli studi futuri dovrebbero includere una maggiore diversità nei partecipanti e valutare l’efficacia delle statine per la prevenzione del cancro in contesti di infiammazione cronica direttamente nei pazienti.
Demehri ha affermato che è fondamentale continuare a studiare l’efficacia delle statine nella prevenzione del cancro nell’infiammazione cronica attraverso studi clinici. Estendere questo lavoro per comprendere una gamma di malattie infiammatorie croniche che predispongono al cancro, come la colite ulcerosa e l’epatite, potrebbe aiutare a prevenire il cancro in un’ampia popolazione di pazienti.