ROMA – Una settimana fa, si sono presentati al Pronto Soccorso di Bresso, alle porte di Milano, in rapida sequenza, sei anziani, tutti con i sintomi di quella che sembrava polmonite e poi si è rivelata legionella: uno di loro, tutti sopra i 70 anni, non ce l’ha fatta, è deceduto. Gli altri sono ancora ricoverati: a Bresso però è scattato l’allarme sanitario.
Troppi contagiati, e tutti provenienti dalla stessa zona nord est del Comune. In Italia si contano 1300 casi di legionella all’anno. I più colpiti anziani e chi ha soglie immunitarie basse.
Cos’è la legionella? Ama il caldo e l’umidità e colonizza condutture idriche e condizionatori, dove si riproduce più rapidamente. La legionellosi è un’infezione causata dal batterio Legionella pneumophila di cui sono noti 50 specie diverse e oltre 70 ceppi, responsabile di una forma di polmonite battezzata morbo dei legionari nel 1976, dopo che un’epidemia si diffuse tra i partecipanti al raduno della Legione Americana al Bellevue Stratford Hotel di Philadelphia. In quell’occasione la malattia fu contratta da 221 persone, con 34 morti. La fonte di contaminazione fu identificata nel sistema d’aria condizionata dell’albergo.
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In base ai dati più recenti riportati sul portale Epicentro dell’Istituto superiore di sanità, nel 2011 i Paesi dell’Unione europea, insieme a Islanda e Norvegia, hanno segnalato 4.897 casi di malattia dei legionari (-22% sul 2010), l’83% dei quali segnalato in 6 Paesi (Francia, Italia, Spagna, Germania, Olanda e Regno Unito). Secondo quanto riferito sul sito legionellaonline.it, a cura del gruppo multicentrico di studio sulle legionellosi in Italia, nel 2012 sono pervenute all’Iss 1.350 schede di sorveglianza relative ad altrettanti casi di legionellosi, di cui 1.325 confermati e 25 presunti, con un incremento del 33% rispetto al 2011.
La Legionella è un organismo ubiquitario che prolifera soprattutto in ambienti acquatici caldi, tra 32 e 45°C. Si può trovare nei fiumi, nei laghi e in tutti gli specchi d’acqua non troppo freddi, ma anche in piscine e terme, e rappresenta un pericolo soprattutto nei casi in cui più persone sono riunite in uno stesso ambiente. Specie ospedali e case di cura, considerando che l’infezione è più diffusa tra anziani, fumatori e pazienti con patologie polmonari. Particolarmente a rischio anche altri malati cronici e pazienti immunocompromessi. L’infezione da Legionella non si trasmette da persona a persona. Ci si può infettare inspirando goccioline di acqua fortemente contaminata, diffusa per esempio dalla doccia o dai condizionatori.
I sintomi compaiono dopo una settimana dal contagio: cefalea, dolore muscolare e addominale, diarrea e tosse secca. Nel giro di alcuni giorni si sviluppa la polmonite, che causa febbre elevata, brividi, catarro, tosse, sonnolenza e, a volte, delirio. Se non viene curata, la malattia peggiora e può portare a disturbi respiratori sempre più gravi e potenzialmente mortali.
Dall’analisi, in ospedale, di un campione di catarro o dalla biopsia polmonare si può rintracciare il batterio responsabile: se è Legionella pneumophila, sono necessari antibiotici specifici. La guarigione dipende dall’età e dallo stato di salute generale del paziente. In genere, la morte è conseguenza di lesioni polmonari irreversibili.
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