Linda Sabatini morta per allergia ad antibiotico dopo mesi di calvario

ROMA – Linda Sabatini è morta per un’allergia ad un antibiotico che nessun ospedale ha saputo curare, scrive il Corriere della Sera. Linda è morta il 7 marzo a Roma, nel giorno del suo compleanno a 36 anni, ma il suo calvario iniziò lo scorso ottobre. Un antibiotico prescritto per un mal di denti ha innescato la sua allergia. Linda soffriva di Sensibilità chimica multipla, Mcs, una grave forma di intolleranze alle sostanze chimiche che può provocare dalle crisi respiratorie allo shock anafilattico.

Francesco Di Frischia racconta sul Corriere della Sera la storia di Linda:

“Il calvario di Linda è iniziato a ottobre scorso «quando per un grave problema ai denti le hanno prescritto degli antibiotici – ricorda la sorella -. Lei però non poteva prendere medicine. Così ha iniziato a indebolirsi ogni giorno di più, l’emoglobina è scesa prima a 6 e poi a 4,7 (il valore minimo è 12 ndr ) con la pressione a 50. Non si reggeva neanche in piedi e aveva ematomi in tutto il corpo». I familiari e associazioni come la «Anchise» hanno lanciato l’allarme perché Linda rischiava di morire: «Abbiamo fatto i salti mortali per fare le trasfusioni di sangue a casa, ma ha cominciato a avere anche crisi respiratorie: le abbiamo messo la mascherina con l’ossigeno sempre, mi chiedeva aiuto con gli occhi…»”.

Paola Sabatini, 40 anni, è la sorella di Linda e racconta al Corriere di come gli ospedali di Roma non abbiano saputo curarla. Il Policlinico Gemelli, l’ospedale San’Andrea e lo stesso Policlinico Umberto I, dove tra una settimana sarà aperta la prima sala per curare i malati. Paola ha detto al Corriere:

“Quello che ha sofferto Linda non deve mai più accadere a un altro malato. Per lei il diritto alla salute è stato calpestato. È pazzesco, ma non esiste un ospedale attrezzato per la cura di questa malattia”. Infatti per questi pazienti anche pareti e pavimenti sono pericolosi e devono essere «bonificati» in modo speciale per evitare di innescare reazioni devastanti, come prevedono i protocolli scientifici internazionali”.

L’ultima speranza era il Policlinico Umberto I:

“Venerdì scorso «ho avuto una piccola speranza di ricoverare mia sorella all’Umberto I – precisa Paola – ma purtroppo sabato Linda non ce l’ha fatta. Bastava un po’ di umanità, abbiamo trovato cinismo ovunque».

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