Liste di attesa per visite ed esami nella sanità pubblica: in 3 anni quasi un mese in più

Aumentano i tempi d'attesa nella sanità pubblica
Aumentano i tempi d’attesa nella sanità pubblica

ROMA – Si allungano i tempi di attesa per una visita specialistica o un esame nella sanità pubblica:  sono cresciuti, in media, tra i 20 e i 27 giorni in tre anni. Lo indicano i dati dell’Osservatorio su tempi di attesa e costi delle prestazioni sanitarie, commissionato da Funzione Pubblica Cgil e realizzato dal C.R.E.A. Sanità in quattro regioni (Lombardia, Veneto, Lazio e Campania). Emerge, ad esempio, che dal 2014 a oggi l’attesa per una visita oculistica nel pubblico è aumentata da 61 giorni a 88 (+ 26 giorni) e quella per una visita ortopedica da 36 giorni a 56 (+20 giorni). In media è di 65 giorni l’attesa per una visita nella sanità pubblica, contro 7 giorni nel privato e 6 in intramoenia.

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Per una colonscopia nel pubblico nel 2014 avremmo dovuto attendere 69 giorni, oggi ben 96, con un aumento di 27 giorni. La rilevazione ha preso in esame un arco di tempo che va dal 2014 al 2017 e mostra che “non solo il fenomeno non si riduce negli ultimi anni, anzi tende semmai ad aggravarsi”, sottolinea Federico Spandonaro, direttore del Centro Studi Crea Sanità dell’Università di Roma Tor Vergata. Si rileva, inoltre, aggiunge una grande variabilità regionale, come anche fra strutture diverse e prestazioni”. Il ché suggerisce “carenza di organizzazione e coordinamento nel gestire in modo efficiente la domanda”.

Dal report, che ha preso in considerazione 11 prestazioni senza esplicita indicazione di urgenza, è emerso chiaramente quanto i cittadini da tempo lamentano, ovvero che le liste d’attesa nella sanità pubblica sono estremamente lunghe. Si va, ad esempio, da 22,6 giorni per una radiografia a una mano o una caviglia a 96,2 per una colonscopia. Le stesse prestazioni, se effettuate in intramoenia, registrano invece attese, rispettivamente, di 4,4 e 6,7 giorni, e nel privato di 3,3 e 10,2 giorni. I dati rafforzano le preoccupazioni emerse da precedenti ricerche. Di fatto, sottolinea Federico Spandonaro direttore di Crea Sanità, “la tempestività di accesso sembra una condizione garantita dal Servizio Sanitario Nazionale solo per le prestazioni urgenti. Mentre diventa di fatto un ‘servizio a pagamento’ nei casi restanti, che sono prevalenti numericamente”. L’analisi, commenta Serena Sorrentino, segretaria generale FP Cgil, ci consegna, “una situazione in cui il Ssn continua ad arretrare, soccombendo alla concorrenza del privato”.

 

Secondo quanto emerge dal rapporto, i costi delle visite nella sanità privata sono confrontabili con quelli dei ticket nella sanità pubblica. I prezzi sostenuti dai pazienti nella sanità privata “in molti casi – si legge – non sono troppo distanti dal costo del ticket”. I prezzi del privato, inoltre, a volte sono pari o inferiori anche a quelli dell’intramoenia, cioè delle prestazioni fornite privatamente dai medici di un ospedale pubblico, all’interno dell’ospedale stesso.

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