La lusinga e il potere: le mille vite del Cavaliere. Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera

Pubblicato il 15 Dicembre 2010 - 13:50 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Rischiava di venire affossato dagli scandali sessuali, ed ecco che, ironia della sorte, Silvio Berlusconi viene salvato dal voto di fiducia di due deputate. Altro che viale del tramonto, il Cavaliere è più forte che mai, come spiega Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera.

Gli scandali «rosa» hanno rischiato di perderlo, due donne l’hanno salvato Altro che «catacombale» : rispetto al ’ 94, ha più voti in Parlamento, e pure più capelli in testa. Altro che fine del ciclo: ennesima risalita. Il Natale di sedici anni fa era stato il più amaro per Berlusconi. La Lega aveva fatto cadere il suo primo governo, e in molti diagnosticavano la sua morte politica. Stavolta Fini ha fallito là dove Bossi era riuscito. È la vittoria del metodo Berlusconi: lusinga e potere, seduzione e bastone. La maggioranza dei parlamentari ha riconosciuto ancora una volta in lui il più forte. La sinistra sostiene che chi non è stato convinto sia stato comprato, e in effetti sul passaggio di due dipietristi in maggioranza gravano ombre; ma i numeri premiano Berlusconi. Casini assicura che si sottrarrà all’abbraccio; ma si vede mancare la sponda di Futuro e libertà. Fini sostiene che comunque il governo non avrà vita lunga; intanto subisce una netta sconfitta, perde tre parlamentari, deve riconoscere di aver sbagliato tempi e tattica.

La dimissioni del 1994, la malattia. Berlusconi ogni volta vince gli ostacoli.

Il 22 dicembre 1994 Berlusconi consumava la sua prima vita: saliva al Quirinale a dimettersi, per evitare il voto di sfiducia. Seguì un anno difficile: la nomina di Dini, il «ribaltone» — un po’ dovuto a Scalfaro, Bossi e D’Alema, un po’ ai suoi stessi errori —, le elezioni del ’ 96, quando il Cavaliere bruciò la seconda vita. «Certi momenti non tornano più» , si immalinconì nella notte di Arcore. Cominciava la traversata del deserto. «Finché ci sarà Berlusconi il centrodestra non vincerà mai» era la profezia ricorrente. Invece le europee del ’ 99 segnarono la svolta, il fallimento dell’alleanza tra Fini e Segni, il ridimensionamento della Lega, indotta o costretta — sempre con il metodo Berlusconi— a una nuova alleanza. Sono anche gli anni della malattia: vinta pure quella. (…)