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Mangia pancetta poco cotta e ha forte mal di testa, era un verme nel cervello: cos’è la neurocisticercosi

Un uomo di 52 anni, originario della Florida negli Usa, ha finalmente scoperto la causa della sua intensa emicrania: un verme nel suo cervello, causato dal consumo di pancetta poco cotta. Ciò che sembrava essere una semplice emicrania si è rivelato essere un caso di neurocisticercosi. Secondo quanto riportato dall’American Journal of Case Reports, l’uomo ha dovuto sopportare il dolore per ben quattro mesi, a partire dal momento in cui ha consumato la pancetta poco cotta. Quel fastidio iniziale si è trasformato in qualcosa di molto più serio: la neurocisticercosi, una malattia parassitaria in cui il parassita depone le uova che possono infettare diverse parti del corpo, incluso il cervello. Il trattamento utilizzato per affrontare questa malattia è stato il farmaco antiparassitario albendazolo, che ha iniziato a mostrare miglioramenti dopo due settimane di terapia.

Il caso del verme di 8 cm nel cervello di una donna australiana

Un caso simile era accaduto ad una donna australiana a cui era stato trovato un verme di 8 cm nel cervello. A spiegare il caso eccezionale era stato Massimo Andreoni, professore ordinario di Malattie Infettive all’Università Tor Vergata di Roma. Esistono diverse infestazioni da vermi che possono colpire gli esseri umani: in genere restano localizzate nell’intestino provocando disturbi gastrointestinali; quando eccezionalmente superano la barriera intestinale e entrano in altri organi attraverso il flusso sanguigno, rimangono però in un stato larvale”.

Nel caso della donna australiana, “l’eccezionalità è nel fatto che quello trovato nel cervello è un verme adulto”. In particolare si tratta di un nematode che ha il pitone come ospite abituale, ovvero l’animale serbatoio dentro cui cresce e si riproduce. “Il pitone – chiarisce l’esperto – si nutre di piccoli mammiferi che possono essere infestati dal verme, che si può riprodurre nel suo intestino, le cui uova vengono poi eliminate con le feci. L’essere umano si infetti ingerendo alimenti o toccando oggetti contaminati da queste uova microscopiche”. In genere le nostre difese immunitarie sono in grado di combattere la minaccia ma “se la quantità di vermi ingerita è abbondante o le difese immunitarie basse, è più facile che il parassita si diffonda”, conclude Andreoni. Per difendersi bisogna gestire con attenzione il rapporto uomo-animale. “Igienizzare le mani, lavare bene le verdure consumate crude e non mangiare carne cruda, aiuta a prevenire”.

 

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