ROMA – Sarà capitato a tutti, più di una volta, di tagliarsi un dito con un foglio di carta. Ma perché un taglietto tanto piccolo può fare così male? Innanzitutto è una questione di terminazioni nervose: ci sono più recettori del dolore su una mano che in ogni altra parte del corpo. E il motivo è presto detto: con le mani esploriamo l’ambiente circostante, forma e sostanza delle cose, basti pensare che con le mani gli ipovedenti riescono a sopperire alle mancanze dell’occhio.
Ma non è solo una questione anatomica: in realtà un pezzo di carta può tagliare e far male come la sega di un coltello. Se visto al microscopio il bordo di un foglio di carta, che apparentemente sembra liscio e pulito, è in realtà molto frastagliato e va a recidere in modo irregolare il tessuto cutaneo. Non è dunque un taglio netto come quo sembrare a occhio nudo, bensì una ferita lacerata, con la pelle fatta a microbrandelli.
Inoltre la carta è trattata chimicamente e può rilasciare particelle che vanno ad infiammare e ad aumentare il dolore provocato. La mano infine è in continuo movimento e viene utilizzata tantissimo durante il giorno per tutte le attività, ritardando la cicatrizzazione della ferita.