ROMA – Davide Vannoni ha presentato ricorso al Tar del Lazio per contestare la bocciatura del metodo Stamina da parte della Commissione scientifica del Ministero della Salute. Il ricorso arriverà davanti ai giudici del Tar il prossimo 23 ottobre.
Una nuova bocciatura al metodo Stamina arriva poi dal Comitato regionale di Bioetica della Sicilia, vista “la comprovata evidenza della non fondatezza scientifica di tale trattamento e l’assenza di prove sia di efficacia sia di innocuità”.
Intanto il giudice del lavoro di Matera, Antonio Marzario, ha ordinato che il piccolo Daniele Tortorelli, 6 anni, prosegua il trattamento con il metodo Stamina presso gli Spedali civili di Brescia.
RICORSO AL TAR – In particolare, Vannoni chiede l‘annullamento del decreto ministeriale relativo alla nomina dei componenti del Comitato scientifico per la sperimentazione, focalizzando l’attenzione anche sul parere contrario successivamente espresso dal gruppo di esperti nominati dal ministro della Salute.
Era stato lo stesso Vannoni a preannunciare la presentazione del ricorso al Tar del Lazio dopo la bocciatura del metodo da lui messo a punto: “Non mi aspettavo niente di diverso dal Comitato scientifico. Credo che non sia comunque un comitato imparziale, visto che il 70% dei suoi membri si era espresso contro il metodo Stamina prima ancora di essere nominato”.
SICILIA BOCCIA STAMINA – I componenti del Comitato siciliano hanno “evidenziato il sentito, unanime bisogno di solidarietà e di rispetto del diritto alla speranza sia per chi vive direttamente la condizione della malattia sia per tutti coloro che ne fanno esperienza attraverso i propri cari”.
Il Comitato è “pervenuto alla conclusione che la ‘metodica’ è sfornita di dati scientifici oggettivi e misurabili, su cui si fonda la medicina anche in materia di produzione di cellule staminali”. Le cure ‘compassionevoli’, ricordano dal Comitato di bioetica, devono “riferirsi esclusivamente alla normativa vigente che, proprio a salvaguardia dei pazienti, non consente il ricorso a trattamenti per i quali non esistono sufficienti garanzie di sicurezza e almeno qualche evidenza di possibile efficacia, neppure in casi di estrema gravità e in assenza di alternative terapeutiche”.
La valutazione del Comitato regionale di Bioetica conclude: “Intendiamo rimanere accanto a tutti i malati e ai loro familiari, confermando l’impegno ad esaminare ulteriore documentazione, ove dovesse pervenire dal prof. Vannoni in riscontro alle richieste già formalmente avanzate dall’assessorato della Salute, a tutela del diritto alla salute, con la necessaria verifica dei presupposti di efficacia e sicurezza delle cure”.
“CURATE DANIELE CON STAMINA” – “Il piccolo Daniele prosegua il trattamento con il metodo Stamina”. Questa la decisione del giudice Antonio Marzario, che ha ordinato agli ‘Spedali civili’ di Brescia di procedere al completamento del trattamento sul bambino di sei anni affetto dal 2008 dal morbo di Niemann-Pick.
La notizia arriva dal nonno del bimbo, Vito Tortorelli, e dall’avvocato della famiglia, Vincenzo Pizzilli, che con il consenso della mamma hanno reso pubblica la vicenda che riguarda Daniele. La sentenza del giudice del lavoro conferma l’ordinanza emessa dallo stesso magistrato nello scorso mese di luglio.
Nei mesi scorsi il bambino era stato sottoposto al ciclo completo di cinque infusioni di staminali, traendone, come riferiscono i familiri, ”evidente giovamento”. Gli ”Spedali civili” invece avevano disposto l’interruzione della cura anche in attesa delle decisioni a livello nazionale sull’utilizzo delle staminali. Secondo quanto reso noto dalla famiglia Tortorelli, la madre del bambino si è già recata a Brescia per donare le staminali da utilizzare per il figlio.
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