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“Morbillo non uccide”, “l’influenza non è pericolosa”: le bugie sui vaccini

di Lorenzo Briotti |19 Aprile 2014 21:26

“Morbillo non uccide”, “l’infulenza non è pericolosa”: tutte le bugie sui vaccini

ROMA – Dal fatto che il morbillo sia innocuo a quello che ‘l’infezione naturale’ protegga meglio del vaccino, sono diverse le bugie e le leggende metropolitane sull’immunizzazione che circolano su siti e profili contro i vaccini. Ecco i principali raccolti dal sito specializzato Vaccinews. L’elenco è riportato dall’Ansa

IL MORBILLO NON UCCIDE – Secondo i dati dell’Oms il morbillo ha fatto 120mila morti nel 2013, quattordici all’ora, ed è una delle cause principali di morte sotto i 5 anni.

LA VARICELLA NON E’ COSI’ GRAVE- La varicella, scrive il sito del Center for Diseases Control (Cdc), per cui un vaccino esiste fin dal 1995, è una malattia altamente contagiosa, che soprattutto negli adulti può avere delle conseguenze molto serie.

L’INFLUENZA NON E’ PERICOLOSA-  Sempre secondo il Cdc il vaccino per l’influenza ha prevenuto nella stagione 2012-2013 79mila ricoveri e 6,6 milioni di casi. Nonostante i benefici siano noti, anche oltreoceano meno della metà della popolazione e’ vaccinata, e ogni anno si registrano migliaia di morti.

LA PERTOSSE NON E’ UN PROBLEMA PER I BAMBINI – La pertosse, il cui vaccino fa parte di quelli obbligatori, può avere sintomi gravi per i bimbi, a partire dalla polmonite. Circa metà dei neonati che la prende finisce in ospedale.

I VACCINI NON PREVENGONO LE MALATTI- E Ogni anno, secondo l’Oms, fino a tre milioni di morti sono evitate grazie ai vaccini, ma ancora due milioni di persone nel mondo muoiono per malattie prevenibili.

ALCUNE MALATTIE ‘VANNO PRESE’ – Il solo morbillo, spiega l’Institute of Medicine americano, causa una infezione dell’orecchio medio in un bambino su dieci che lo contrae. Uno su 20 avrà qualche forma di polmonite, uno su mille sviluppa encefalite, una infiammazione del cervello che può causare sordità e ritardo mentale, e uno su mille muore. La malattia è anche una causa di aborto e parto prematuro per le donne in gravidanza.

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