ROMA – E’ nata con l’infezione da virus Hiv e i medici l’hanno sottoposta dalla nascita ai primi 18 mesi ad una aggressiva terapia antiretrovirale, o Haart. Dopo 18 mesi senza farmaci una bimba del Mississipi, che ora ha 3 anni, non mostra segni di virus Hiv nel sangue. Una bimba che, dopo una cura aggressiva e tempestiva, sembra aver ottenuto una remissione totale della malattia. Questo il caso clinico presentato in uno studio pubblicato dal New England Journal of Medicine e che rappresenta una speranza di cura per tutti i bimbi che nascono sieropositivi.
La bimba ha iniziato il trattamento con antiretrovirali a 30 ore di vita e a 29 giorni il suo sangue non mostrava più segni del virus. Il trattamento è stato continuato fino a 18 mesi, quando i medici hanno perso i contatti con la bimba che è tornata in ospedale 10 mesi dopo, sempre libera dal virus nonostante avesse interrotto la terapia. A tutti i controlli successivi, spiegano i ricercatori, le condizioni di salute sono risultate buone e l’Hiv non ha ancora fatto la sua comparsa.
Deborah Persaud, dottoressa del Johns Hopkins Children Center che ha seguito la bimba e firmato lo studio, ha spiegato: “Questo non è un caso ma è il segno che una terapia aggressiva nelle prime ore di vita impedisce al virus di ‘nascondersi’ nel sistema immunitario”. Anche sulla base di questi risultati, spiegano gli autori, verrà condotto un vero e proprio test clinico a partire dai primi mesi del 2014 per verificare se lo stesso approccio può essere esteso a tutti i bambini nati sieropositivi.
Il risultato, ora pubblicato sul New England Journal of Medicine, venne presentato in occasione della Conferenza ‘Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI)’ svoltasi ad Atlanta lo scorso marzo e suscitò il forte interesse degli esperti, che comunque hanno invitato alla cautela in merito alla valutazione del caso.