Nato il primo bimbo da ovulo congelato: la mamma li crio-conservò per un tumore

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 5 Novembre 2013 - 14:59 OLTRE 6 MESI FA
Nato il primo bimbo da ovulo congelato: la mamma li crio-conservò per un tumore

Nato il primo bimbo da ovulo congelato: la mamma li crio-conservò per un tumore

MILANO – Il primo bimbo concepito da un ovocita congelato con la tecnica della “vitrificazione” è nato in Italia il 26 ottobre. Ad annunciare la nascita è il laboratorio Genera, che ha seguito la neomamma dal concepimento in vitro alla nascita. La donna aveva congelato i suoi ovociti nel 2008, dopo aver scoperto di avere un carcinoma ovarico e che le cure per combattere il tumore avrebbero messo a rischio la sua fertilità.

Filippo Maria Ubaldi, responsabile clinico dei Centri Genera, ha assicurato: “Madre e figlio stanno bene”. La donna è stata seguita presso la Clinica Valle Giulia, a Roma, durante l’intera procedura. Il laboratorio diretto da Laura Rienzi, spiega una nota del centro, è uno dei primi al mondo ad applicare la tecnica di vitrificazione degli ovociti che oggi non è più considerata sperimentale ma è riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale come tecnica standard (ai progressi in questo campo sarà dedicato un convegno a Roma il 29 novembre).

Nel 2013 la donna, dopo aver superato la malattia, è tornata quindi per essere sottoposta a trasferimento di un embrione ottenuto dalla fecondazione degli ovociti criopreservati 5 anni prima. La procedura ha portato con successo all’instaurarsi di una gravidanza conclusasi con il parto. La Rienzi ha dichiarato: “E’ un giorno di grande felicità per il nostro staff, ma anche una data storica per la medicina della riproduzione italiana che conferma il suo primato europeo nella crioconservaxione ovocitaria”.

La ‘vitrificazione‘ è il più avanzato processo di congelamento degli ovociti ed è scelta spesso da donne giovani che ricevono una diagnosi di tumore e che decidono di conservare gli ovociti che potrebbero essere distrutti dalle più comuni terapie oncologiche, ma anche nel caso di patologie ginecologiche come l’endometriosi severa, interventi chirurgici invasivi alle ovaie, storia familiare di esaurimento ovarico precoce, oppure anche da donne che decidono, per vari motivi, di posticipare la gravidanza.