Omeopatia “acqua fresca”. Anche Piero Angela…

Omeopatia "acqua fresca". Anche Piero Angela...
Omeopatia “acqua fresca”. Anche Piero Angela…

ROMA – “L’omeopatia è acqua fresca“. Una frase che costò a Piero Angela denunce per diffamazione, da cui fu assolto, e che ancora oggi scatena polemiche. A parlarne in un libro è Silvio Garattini, medico e direttore dell’Istituto farmacologico Mario Negri di Milano, in un libro dal titolo “Acqua fresca? Tutto quello che bisogna sapere sull’omeopatia“. Garattini, ricerche scientifiche alla mano, spiega che l’omeopatia non funziona e che illude milioni di persone, vantando un mercato di 24 milioni di confezioni di prodotti venduti in un anno in Italia  ai 2,5 milioni di utilizzatori abituali.

Marco Pivato per La Stampa ha intervistato Garattini, che prende una posizione decisa contro l’omeopatia e chi ne sostiene, senza averne le prove, l’utilità:

“«Non sono il primo né sarò l’ultimo degli accusati di ledere gli interessi degli omeopati. Piero Angela, per avere detto le mie stesse cose, ha passato anni di procedimenti giudiziari prima di essere assolto dalle accuse di diffamazione».
Lei definisce il dibattito sull’omeopatia una «discussione infinita». Ma cosa rimane da discutere, una volta eseguite le prove che la scienza ha a disposizione, per fornire un giudizio incontrovertibile?
«È questo il problema: trattandosi di rimedi che non contengono principio attivo, o in quantità infinitesimale, la legge richiede una documentazione semplificata per l’approvazione all’immissione in commercio e non c’è l’onere di dimostrare l’efficacia, per gran parte di questi, ma solo l’innocuità»”.

Già nel 2005 la rivista medica “The Lancet” parlò di “La fine dell’omeopatia” in un editoriale che teneva conto di 110 studi clinici che dimostravano come gli effetti dei rimedi omeopatici fossero di tipo placebo o di contesto, spiega Garattini, ma i farmaci continuano a tenere mercato, anche se in diminuzione:

“Eppure il mercato è più che considerevole: qual è il motivo?
«Non tanto quanto si crede. Molte cifre non sono veritiere. Si dice che 11 milioni di italiani utilizzino prodotti omeopatici, ma non può essere vero, dato che la stima del fatturato del mercato non supera i 400 milioni. Sono forse 11 milioni quelli che hanno provato almeno una volta un trattamento alternativo, ma ciò non vuol dire che siano tutti regolarmente o saltuariamente curati in quel modo. Secondo l’Istat, i numeri sono diversi e in diminuzione: nel 2013 solo 4,9 milioni di italiani, l’8,2% della popolazione, si sono rivolti alle medicine non convenzionali».
La vendita di questi prodotti è almeno giustificabile per l’effetto placebo?
«Anche una parte dell’effetto dei farmaci convenzionali è di tipo placebo. In ogni caso non è giustificabile la macchina che sostiene questo mercato, piccolo o grande che sia, e medici e farmacisti sono responsabili. Prescrivere rimedi omeopatici per una malattia, quando esistono prodotti efficaci, è una sottrazione di terapia e rappresenta una grave omissione nei confronti del paziente che attende una cura. Pur se indiretti, non sono pochi i danni e la mortalità dovuti alla somministrazione di prodotti omeopatici. L’omissione vale anche per un farmacista, cioè una persona laureata con conoscenze di chimica: non può non sapere di vendere acqua fresca»”.

 

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