Peste suina, nuovo incubo dopo il Covid? Stop carni dalla Germania. In Canada un contagiato Peste suina, nuovo incubo dopo il Covid? Stop carni dalla Germania. In Canada un contagiato

Peste suina, nuovo incubo dopo il Covid? Stop carni dalla Germania. In Canada un contagiato

Non solo il coronavirus, c’è anche un’allerta peste suina. Coldiretti chiede lo stop di carni dalla Germania e in Canada c’è un contagiato.

“Con il diffondersi di casi di peste suina in Germania è necessario fermare immediatamente le importazioni di animali vivi provenienti o in transito dalle zone interessate per tutelare gli allevamenti nazionali”. Lo chiede il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento all’estendersi dei contagi in Germania dal Brandeburgo alla Sassonia.

In una nota Coldiretti ricorda che “c’è molta preoccupazione tra gli allevatori italiani per la peste suina africana (Psa) che si sta diffondendo in diverse parti della Germania e che può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per gli animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani”.

L’organizzazione agricola aggiunge inoltre che “questo virus può passare facilmente da un animale all’altro attraverso stretti contatti tra individui, o con attrezzature contaminate, camion e mezzi con cui vengono trasportati gli animali, stivali o attraverso resti di cibo che trasportano il virus e abbandonati dall’uomo”.

Viene sottolineato che “un possibile veicolo di contagio possono essere peraltro i cinghiali il cui numero negli ultimi anni si è moltiplicato in Italia dove si stima la presenza di circa 2 milioni di esemplari”.

Coldiretti conclude, considerata la facilità di trasmissione, che “il rischio che il contagio possa essere esteso agli allevamenti italiani rappresenterebbe un gravissimo danno economico per le imprese e per la pubblica amministrazione, con costi di decine di milioni di euro per procedere ai necessari interventi di prevenzione”.

Il primo contagio in Canada

Le autorità sanitarie canadesi intanto hanno segnalato il primo caso di un essere umano infettato dal virus H1N2, un raro ceppo di influenza suina. Il caso, rilevato nella provincia occidentale dell’Alberta a metà ottobre, sembra isolato “e non vi è alcun rischio” per i cittadini. L’hanno detto in un comunicato i funzionari sanitari locali.

“Questo è l’unico caso di influenza riportato in Alberta finora in questa stagione influenzale”, si legge nella dichiarazione. Il paziente ha manifestato lievi sintomi simili all’influenza, “testato e poi si è rapidamente ripreso. Non ci sono prove in questo momento che il virus si sia diffuso ulteriormente”.

I funzionari sanitari canadesi stanno esaminando la provenienza del virus, per verificare che non si sia diffuso. Dal 2005 sono stati segnalati solo 27 casi in tutto il mondo di persone infettate dall’H1N2. Da non confondere con il più comune virus dell’influenza suina H1N1.

Il ceppo H1N2 non è una malattia legata al cibo e non è trasmissibile agli esseri umani mangiando carne di maiale o altri prodotti suini. “Questo è un raro tipo di influenza negli esseri umani, tipicamente acquisito dall’esposizione a suini infetti e non si diffonde facilmente da uomo a uomo”. (Fonti Ansa e Agi).

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