Pillola antivirale contro il Covid da oggi in Italia: chi può usarla, come agisce e le controindicazioni 

Arriva oggi in Italia, 4 gennaio 2022, la pillola antivirale contro il Covid di Merck e Ridgeback Biotherapeutics. L’annuncio è dello scorso 30 dicembre da parte di Aifa, quando è stato autorizzazione l’antivirale e anche remdesivir.

La pillola contro il Covid di Merck, Molnupiravir (MK 4482), è un antivirale orale, progettato per introdurre errori nell’Rna virale e impedirne la replicazione. È indicata “per il trattamento di pazienti non ospedalizzati per Covid con malattia lieve-moderata di recente insorgenza e con condizioni cliniche concomitanti, che rappresentino specifici fattori di rischio per lo sviluppo di una forma grave”, evidenzia l’Aifa.

Il costo di un ciclo – almeno sul mercato americano – è di circa 700 dollari (equivalenti a poco più di 615 euro). 

Pillola antivirale contro il Covid, chi può assumerla e come

La terapia, secondo la consulenza emessa dal Comitato per i medicinali a uso umano Chmp dell’ente regolatorio Ue, deve cominciare “il prima possibile”, dopo la diagnosi ed entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi. Molnupiravir sarà riservato ai pazienti sopra ai 18 anni di età con fattori di rischio che fanno presagire un aggravamento. La durata del trattamento (quattro compresse da 200 mg due volte al giorno) è di cinque giorni. Per la prescrizione del farmaco è previsto l’utilizzo di un Registro di monitoraggio, accessibile online sul sito dell’Agenzia.

Il consiglio emesso dal Chmp segue una revisione dei dati, compresi quelli sulla qualità del medicinale e i risultati degli studi completati e in corso. Nello studio iniziale la pillola antivirale, somministrata alla dose di 800 mg due volte al giorno, ha dimezzato il rischio di ospedalizzazione e morte quando il trattamento è iniziato entro cinque giorni dai primi sintomi. Tuttavia, secondo i dati aggiornati dello studio Move-Out, la pillola consente una riduzione del rischio relativo di ricovero o morte per Covid del 30%. Quindi un’efficacia più bassa rispetto a quella riportata in precedenza nell’analisi ad interim dello stesso trial (48).

Nelle 1.433 persone dello studio il farmaco ha ridotto il rischio di ospedalizzazione o morte dal 9,7 per cento, calcolato nel gruppo placebo al 6,8 del gruppo con molnupiravir, per una riduzione del rischio relativo del 30 per cento. Nove i decessi segnalati nel gruppo placebo, uno nel gruppo con l’antivirale.

Le controindicazioni 

I più comuni effetti avversi riportati durante il trattamento e nei 14 giorni successivi all’ultima dose sono diarrea, nausea, vertigini e cefalea, tutti di entità lieve o moderata. Il suo utilizzo “non è raccomandato in gravidanza” e l’allattamento al seno “deve essere interrotto durante il trattamento e per 4 giorni” dopo la terapia. Inoltre le donne, che potrebbero restare incinte, devono usare un contraccettivo efficace durante la cura e per 4 giorni dopo l’ultima dose, precisa l’Ema. “Queste raccomandazioni sono fornite poiché studi di laboratorio sugli animali hanno dimostrato che dosi elevate” del medicinale “possono influire su crescita e sviluppo del feto”.

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