Crema solare: la 50+ protegge davvero se 40 grammi al giorno. Un tubetto intero

Crema solare: la 50+ protegge davvero se 40 grammi al giorno. Un tubetto intero
Crema solare: la 50+ protegge davvero se 40 grammi al giorno. Un tubetto intero

ROMA – Senza profumo, in confezione grande e con etichette ben leggibili. È questo l’identikit della crema solare veramente efficace per prevenire le scottature secondo gli specialisti SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse). [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] E va spalmata nelle quantità giuste, non meno di 40 grammi ogni ora di esposizione al sole.

“Per evitare danni alla pelle vanno seguiti i criteri che derivano dall’osservazione scientifica. Le creme non sono un talismano. Proteggono la pelle dalle ustioni provocate dai raggi ultravioletti, ma non offrono alcuna prevenzione contro i tumori” avverte il professor Piergiacomo Calzavara Pinton, presidente della SIDeMaST, riunita fino a sabato nel suo 93esimo Congresso alla Fiera di Verona, presieduto dal professor Giampiero Girolomoni, ordinario di Dermatologia e Venereologia all’Università di Verona. “L’unica vera prevenzione contro i tumori è limitare l’esposizione al sole – osserva Calzavara Pinton -. Pensare che la crema offra una garanzia totale dai raggi ultravioletti è una falsa sicurezza: andrebbe utilizzata solo per proteggere la pelle quando si praticano delle attività all’aria aperta. Diversamente, è meglio restare all’ombra”.

«Lo schermo nei fatti è più basso di quanto si pensi – sottolinea Calzavara Pinton -, perché nessuno applica il prodotto nella quantità in cui è stato testato per stabilire il fattore di protezione: 2 milligrammi per centimetro quadrato di pelle, circa 40 grammi in totale per un adulto. Quindi un flacone di medie dimensioni sarebbe sufficiente solo per una persona ogni giorno. Soltanto se utilizzata in questo modo, la 50+ offre davvero la copertura promessa, lasciando passare meno del 2 per cento dei raggi UVB. Per come vengono mediamente usati, gli anti-sole, inclusi i 50+, non superano, come SPF, il valore reale di 4-6. Un altro problema è che anche se applico una crema con buona protezione dai raggi B ma senza (o con scarsa) copertura dai raggi UVA e trascorro più tempo al sole, pur non ustionandomi, assorbo un quantitativo gigantesco di ultravioletti di tipo A, con un danno ossidativo che le mie cellule non riescono a riparare. È importante sapere che in natura i raggi UVA sono 20 volte preponderanti rispetto a quelli di tipo B». (Corriere.it)

Questa falsa sicurezza, unita a un utilizzo spesso improprio e scorretto delle protezioni, negli ultimi anni ha creato una situazione paradossale: sebbene la gente utilizzi sempre di più le creme solari, i tumori della pelle sono in costante aumento”. Che fare per minimizzare i rischi dell’esposizione al sole? “Usare creme protettive di alta qualità e nella giusta quantità – risponde Calzavara Pinton -. Il che significa scegliere prodotti rigorosamente senza profumo, fabbricati da azienda primarie e contenenti filtri di ultima generazione ad elevata stabilità (mexoryl, tinosorb, uvinul). Possibilmente in confezioni grandi perché, per essere davvero efficaci, le creme solari devono essere spalmate uniformemente su tutto il corpo in misura abbondante rinnovando di continuo l’applicazione durante la giornata”.

La prima crema protettiva fu concepita negli anni ’30 da Franz Greiter, un alpinista svizzero studente di chimica che, dopo essersi scottato durante la conquista del Piz Buin, decise di mettere a punto una protezione specifica per la pelle del viso da utilizzare per le escursioni in alta quota.

«Lo schermo nei fatti è più basso di quanto si pensi – sottolinea Calzavara Pinton -, perché nessuno applica il prodotto nella quantità in cui è stato testato per stabilire il fattore di protezione: 2 milligrammi per centimetro quadrato di pelle, circa 40 grammi in totale per un adulto. Quindi un flacone di medie dimensioni sarebbe sufficiente solo per una persona ogni giorno. Soltanto se utilizzata in questo modo, la 50+ offre davvero la copertura promessa, lasciando passare meno del 2 per cento dei raggi UVB. Per come vengono mediamente usati, gli anti-sole, inclusi i 50+, non superano, come SPF, il valore reale di 4-6. Un altro problema è che anche se applico una crema con buona protezione dai raggi B ma senza (o con scarsa) copertura dai raggi UVA e trascorro più tempo al sole, pur non ustionandomi, assorbo un quantitativo gigantesco di ultravioletti di tipo A, con un danno ossidativo che le mie cellule non riescono a riparare. È importante sapere che in natura i raggi UVA sono 20 volte preponderanti rispetto a quelli di tipo B».

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