Raloxifene, il farmaco contro l’osteoporosi che cura anche i casi non gravi di Covid

Il raloxifene, un farmaco comunemente impiegato nel trattamento e nella prevenzione dell’osteoporosi, può curare i casi non gravi di Covid. È quanto emerge da due studi condotti da Dompé farmaceutici in collaborazione l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” IRCCS di Roma. Il raloxifene selezionato attraverso uno screening effettuato grazie Exscalate, piattaforma di supercalcolo di Dompé. Che ha sfruttato un database di 500 miliardi di molecole per trovare quelle in grado di prendere di mira SarsCoV2.

Il raloxifene e il Covid

Il primo studio, pubblicato su eClinical Medicine di The Lancet, ha dimostrato che, dopo sette giorni di trattamento a casa circa un paziente su tre era già negativo al virus. Nello stesso lasso di tempo nessuno dei pazienti che aveva ricevuto il placebo si era negativizzato. “Questi risultati consentono di ipotizzare una capacità del raloxifene di indurre una riduzione precoce e prolungata della carica virale, con un impatto positivo sulla capacità diffusiva del virus, portando a una ridotta contagiosità e diminuendo il numero di nuovi casi nella popolazione suscettibile”, scrivono i ricercatori. Il secondo studio, pubblicato su Cell Death and Disease, ha invece svelato il meccanismo di azione del farmaco, anche contro le varianti.

Cosa dice lo studio

“Da un punto di vista clinico infatti i risultati sul raloxifene pubblicati su eClinical Medicine mostrano un impatto virologico significativo in termini di tampone nasofaringeo. Negativo al giorno 7 nei pazienti Covid-19 trattati a casa con raloxifene rispetto allo standard di cura”. Lo ha affermato in una nota il direttore delle Malattie Infettive e Tropicali Unità dell’Istituto Spallanzani di Roma Emanuele Nicastri. 

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