ROMA – La Food and Drugs Administration americana è pronta ad autorizzare in emergenza l’uso del farmaco sperimentale remdesivir per trattare i pazienti affetti da coronavirus.
L’antivirale, prodotto dalla società americana Gilead Science e impiegato nel contrasto al virus di Ebola, è stato testato su un gruppo di persone contagiate dal Covid-19 e ha dato buoni risultati.
Accelerando del 31% i tempi di guarigione, spiega l’Istituto della sanità americana.
Restano le riserve della comunità scientifica per gli scarsi risultati ottenuti nella sperimentazione clinica sul campo, in Cina.
L’autorevole rivista Lancet documenta la sostanziale inefficacia del trattamento a base di Remdesivir, ma deve anche riconoscere la scarsa attendibilità scientifica dei test condotti negli ospedali cinesi.
Anche Anthony Fauci riconosce i risultati
Il remdesivir mostra un “significativo effetto positivo nel ridurre i tempi di ripresa” e mostra che un farmaco “può bloccare questo virus”, ha confermato Anthony Fauci.
Parliamo del massimo esperto americano di malattie infettive e primo consigliere scientifico di Donald Trump che da tempo ne caldeggia l’utilizzo.
Lancet: “Non funziona, ma test cinesi poco probanti”
Il remdesivir “non accelera il recupero nei pazienti con Covid-19 in pazienti critici”.
E’ questa la conclusione a cui è arrivato uno studio, condotto in Cina, i cui risultati erano stati pubblicati per errore dall’Oms qualche giorno fa.
Nell’articolo conclusivo di Lancet, gli stessi ricercatori invitano però a prendere con le molle i risultati per le piccole dimensioni del trial.
Nello studio sono stati arruolati 237 pazienti adulti, con assegnazione casuale al trattamento con Remdesivir o a un placebo per 10 giorni.
“Sfortunatamente il nostro test ha trovato che, sebbene sia sicuro e adeguatamente tollerato, il remdesivir non fornisce benefici significativi rispetto al placebo – spiega Bin Cao, della Capital Medical University cinese.
Non è il risultato in cui speravamo, ma dobbiamo tenere a mente che siamo riusciti ad arruolare solo 237 dei 453 pazienti che speravamo.
Inoltre le restrizioni nella disponibilità dei letti hanno fatto sì che la maggior parte dei pazienti sia stata arruolata con la malattia in fase avanzata”. (fonte Ansa)