ROMA – Remdesivir non funziona, la sperimentazione clinica, cioè durante trattamenti ospedalieri, ha dato esito negativo.
Ma a sostenerlo è uno studio pubblicato per errore sul sito della OMS condotto dai cinesi.
Un cocktail che rende quanto meno poco credibile la notizia.
Il Financial Times diffonde la notizia ma prendendo le distanze.
Cita un rapporto Oms che non doveva essere pubblicato.
E affianca il link a un articolo di una settimana fa che qualifica il farmaco come la cura più credibile.
Credibile invece un’altra notizia.
Clorochina e idrossiclorochina, gli antimalarici autorizzati in Europa e somministrati sui pazienti covid, addirittura fanno male, sono pericolosi.
Possono causare problemi del ritmo cardiaco e questi potrebbero essere aggravati se il trattamento è combinato con altri medicinali, avverte l’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema).
Quello che studi recenti hanno mostrato in modo chiaro è che con l’uso di clorochina o idrossiclorochina, alcuni pazienti “hanno riportato problemi gravi.
In alcuni casi fatali, del ritmo cardiaco, in particolare se assunti a dosi elevate o in associazione con l’azitromicina antibiotica”.
Per il Remedesivir si profila, invece, un giallo.
Solo tre giorni fa l’Economist lo promuoveva con il farmaco risolutore, l’unica speranza in attesa del vaccino.
Giallo anche perché più che un fallimento della sperimentazione, leggendo meglio quanto scritto, si scopre che la dicharazione di fallimento arriva dopo l’interruzione della sperimentazione.
Tutto questo dopo che la Regione Liguria solo due giorni fa aveva chiesto ufficialmente all’Agenzia del Farmaco questo.
Di “valutare positivamente la partecipazione al programma di utilizzo del farmaco Remdesivir da parte della struttura Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico san Martino”.
Remdesivir, fallita la sperimentazione o interrotta prematuramente?
Come detto, sembrerebbe fallita la prima sperimentazione del potenziale farmaco antivirale per il coronavirus Remdesivir, sviluppato da Gilead Science.
Lo riporta il Financial Times citando un documento pubblicato per errore dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Guarda un po’, tra cinesi e Oms hanno pubblicato per errore…
La sperimentazione in Cina avrebbe mostrato come il Remdesivir non ha migliorato le condizioni dei pazienti o ridotto la presenza del patogeno nel sangue.
Ma chi crede ormai ai cinesi?
I ricercatori hanno studiato 237 pazienti, offrendo il farmaco a 158 e confrontando i risultati con i restanti 79.
C’è da dire però che la ricerca deve essere ancora sottoposta a revisione e non offre un quadro completo.
Era stata interrotta prematuramente dai ricercatori, prima che fosse condotta su un numero significativo di pazienti.
Liguria scrive a Aifa per sperimentare Remdesivir
“Valutare positivamente la partecipazione al programma di utilizzo del farmaco Remdesivir da parte della struttura Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico san Martino” in relazione a pazienti positivi al Covid-19.
Lo chiede (22 aprile) la vicepresidente e assessore regionale alla Sanità Sonia Viale in una lettera inviata all’Aifa e alla casa farmaceutica Gilead di Milano.
Viale allega alla lettera anche il documento di Matteo Bassetti, Direttore della Clinica di Malattie Infettive del Policlinico, hub regionale per l’emergenza Coronavirus.
Basetti sottolinea che “l”esperienza positiva registrata nei pazienti che hanno ricevuto terapia con Remdesivir.
E l’assenza di antivirali diretti con comprovata efficacia nei confronti di Sars-Cov-2
Sottolineano l’importanza della partecipazione al programma di ‘uso expanded access di Remdesivir’” creato da Aifa e Gilead.
Bassetti spiega che da fine gennaio, a seguito di nulla osta da parte del Comitato Etico Regionale, è stato avviato presso il Policlinico un nuovo programma.
Il programma è per l’uso compassionevole del farmaco su pazienti Covid-19 positivi, con esito favorevole.
Il Centro ha richiesto 21 trattamenti, di cui 11 sono stati approvati dall’azienda farmaceutica.
Tuttavia, a causa dei tempi tecnici legati all’arrivo del farmaco e all’approvazione di ogni singolo trattamento da parte del Comitato Etico, sono stati somministrati solo 3 trattamenti.
Con un miglioramento delle condizioni cliniche in ciascuno dei pazienti trattati (fonte Ansa e Agi, Corriere della Sera).