ROMA – Un rene “portatile” per i malati di insufficienza renale costretti alla dialisi. Un macchinario di sei chili già sperimentato in Inghilterra e negli Stati Uniti arriverà entro due anni all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Il rene portatile permetterà ai malati di evitare la dialisi o il trapianto del rene e che semplificherà di molto la loro vita.
Antonio Santoro, direttore dell’unità operativa di nefrologia, ha spiegato a Franco Giubilei su La Stampa:
“«I pazienti con insufficienza renale oggi hanno due strade: il trapianto per il 20% dei casi o, più di frequente, la dialisi. I più anziani in genere devono sottoporsi a dialisi extracorporea in ospedale, 3 volte alla settimana e per 45 ore. L’alternativa è la dialisi peritoneale, effettuata a domicilio durante la notte, dopo che è stato applicato un catetere nell’addome». Una procedura, quest’ulti ma, meno impegnativa della dialisi in ospedale, che nella struttura bolognese interessa il 28% dei nuovi pazienti dializzati, percentuale quasi doppia rispetto alla media nazionale”.
Il rene portatile è stato progettato da Victor Gura, dell‘Università della California, ed è in fase di sperimentazione presso il Royal Free Hospital di Londra, spiega Santoro:
“Si tratta di un rene artificiale che il paziente si porta addosso e che funziona 24 ore su 24 come il rene umano e quindi senza l’intermittenza della dialisi. Il dispositivo però deve ricevere grandi quantità di sangue (la «versione» umana tratta circa 150 litri di sangue al giorno), depurarlo e smaltire il liquido. Tutto questo comporta la necessità di un accesso vascolare con tubicini da collegare ai vasi del collo, un sistema di anticoagulazione e una serie di filtri in resina che as sorbano le sostanze tossiche, oltre a una sacca che raccolga il liquido”.