Riduzione dei rischi e tabacco: il Belgio in pole position

Da molto tempo il mio Paese (la Francia) e il Belgio condividono un approccio simile per una causa che mi sta a cuore e che tocca milioni di vite: la lotta contro il fumo. I punti di vista di Bruxelles e Parigi derivano da un approccio che vedeva nella prevenzione e nella disassuefazione gli unici due pilastri possibili nella lotta al fumo.

Recentemente, in Belgio, il Consiglio Superiore della Sanità (CSS) ha pubblicato un parere su “Le sigarette elettroniche: lo stato di avanzamento” e, a seguito di un’approfondita valutazione scientifica delle pubblicazioni esistenti, ha concluso che “le prove scientifiche disponibili mostrano che le sigarette elettroniche, se utilizzate in modo esclusivo, sono meno dannose delle classiche sigarette a combustione e possono quindi avere benefici per la salute come alternativa al fumo tradizionale”.

Di conseguenza, il Belgio, riconoscendo la sigaretta elettronica come strumento di riduzione del rischio per i fumatori che altrimenti non smetterebbero di fumare, si è avvantaggiato rispetto al mio Paese in termini di promozione delle strategie di controllo del tabacco, includendo il concetto di riduzione del danno da tabacco nelle sue politiche.

Allo stesso tempo, sebbene questo sia indubbiamente un passo nella giusta direzione, a mio avviso il percorso non è ancora concluso.

Come medico e scienziato, so che è l’esposizione a sostanze tossiche a causare le malattie fumo correlate e come oncologo so che più alta o più lunga è l’esposizione, più aumenta il rischio di cancro. Il concetto di riduzione del danno da tabacco si basa sul fatto che è soprattutto l’esposizione a sostanze tossiche a causare le malattie legate al fumo.

I dati scientifici sono chiari e sappiamo da tempo che è la combustione del tabacco a generare la maggior parte delle sostanze tossiche presenti nel fumo di sigaretta. È così che l’inalazione del fumo di sigaretta porta alla morte e alle malattie a cui tutti pensiamo, quando pensiamo ai danni del fumo.

Oggi esistono diversi prodotti che, come le sigarette elettroniche, forniscono nicotina ma con una quantità molto minore di sostanze tossiche normalmente presenti nel fumo di sigaretta, come ad esempio lo snus o i prodotti a base di tabacco riscaldato. Alcuni di questi prodotti contengono tabacco, altri ne sono privi, ma l’unica cosa che accomuna tutti questi prodotti è l’assenza di combustione.

Ritengo sensato che lo spazio conquistato dalle sigarette elettroniche nell’ambito dell’approccio alla riduzione del danno da tabacco venga esteso ad altre alternative contenenti tabacco e nicotina senza combustione.

Decidere sulla base di dati scientifici

Ammetto che il parere del Consiglio Superiore della Sanità del Belgio (CSS) sui prodotti a tabacco riscaldato, qualche anno fa, mi ha lasciato un po’ perplesso. Nella loro valutazione scientifica, gli esperti concludevano che i prodotti a tabacco riscaldato contenevano effettivamente meno sostanze tossiche rispetto alle sigarette convenzionali ed erano quindi meno tossici di queste ultime (“I prodotti a tabacco riscaldato sembrano avere un profilo di tossicità più favorevole rispetto ai prodotti del tabacco convenzionali…”), ma nella loro raccomandazione finale, l’assenza di dati a lungo termine relativi a questi nuovi prodotti giustificherebbe l’estensione delle restrizioni previste per le sigarette ai prodotti a tabacco riscaldato (data l’esistenza di soluzioni approvate per la cessazione del fumo – sostituti della nicotina, ecc. – il CSS ritiene che il consumo di questi prodotti non debba essere incoraggiato da misure che li renderebbero più attraenti dei prodotti del tabacco tradizionali).

Si tratta indubbiamente di un argomento molto delicato, ma è essenziale che le autorità sanitarie adottino misure per proteggere i fumatori.

Come medico che cura i pazienti affetti da cancro, devo considerare i dati scientifici per decidere cosa è meglio per loro. Allo stesso modo, i Paesi dovrebbero prendere decisioni politiche basate sulla scienza e non su pregiudizi.

Per me, come medico, il rifiuto sistematico di rivedere le evidenze scientifiche e di applicare i concetti di base della riduzione del danno da tabacco è incomprensibile, perché la riduzione del danno è qualcosa che facciamo ogni giorno nella nostra vita professionale e personale. Valutiamo e soppesiamo i rischi delle nostre scelte, cercando di scegliere l’opzione che sia allo stesso tempo soddisfacente e minimizzi tali rischi. Nel 1999 la principale causa di cancro era il fumo e oggi, a distanza di due decenni, lo è ancora, nonostante tutte le misure adottate nella lotta contro il fumo. Probabilmente abbiamo fallito nella nostra battaglia. Se vogliamo avere un impatto significativo sulle cause del cancro, dobbiamo guardare al fumo con una visione olistica, tenendo conto delle conoscenze scientifiche esistenti sulle sigarette elettroniche, sul tabacco riscaldato, sul tabacco da fiuto, sulla terapia sostitutiva della nicotina e utilizzando tutti questi prodotti per ridurre il numero di fumatori e gli effetti nocivi del fumo.

Il punto cruciale: salvare vite umane

So che oggi non abbiamo tutte le risposte e che non è facile esaminare una per una tutte queste iniziative e giustificare ogni decisione, ma abbiamo davvero bisogno di attuare un approccio basato sull’evidenza scientifica e di considerare e attuare una politica di riduzione del rischio coerente, basata sulla scienza e non guidata dalla paura dell’ignoto e da ipotesi. Credo fermamente nell’approccio alla riduzione del rischio e fornisco consulenza alle aziende in settori in cui la riduzione del rischio può svolgere un ruolo importante per migliorare la salute pubblica, non solo per quanto riguarda il tabacco, ma anche nei settori dell’alimentazione e della nutrizione. Pertanto, per quanto vorremmo che tutti i fumatori smettessero di fumare, non dovremmo affrontare la questione del controllo del tabacco sulla base di false informazioni.

Dovremmo elogiare ogni azione positiva intrapresa da un fumatore, sia che si tratti di ridurre il numero di sigarette fumate, sia che si tratti di eliminare il fumo passando a prodotti meno dannosi, sia che si tratti di smettere del tutto di fumare tabacco e nicotina, perché tutto ciò è meglio che continuare a fumare sigarette combustibili convenzionali. Tutti, compresa la Commissione, hanno un ruolo da svolgere nell’aiutare i fumatori che non possono o non vogliono smettere di fumare a trovare modi migliori per ottenere la nicotina di cui hanno bisogno senza correre il rischio di morire di cancro.

 

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