Salute a rischio. È arrivata l’agropirateria. A rischio molti prodotti del Made in Italy. Gli Italiani stufi del pericoloso andazzo, reclamano a gran voce sicurezza alimentare. Ma il rischio zero non esiste. E la vigilanza Ue fa acqua da tutte le parti
Dopo il Chianti californiano arriva il Prosek croato? È notizia di questi giorni. Inquietante. Dobbiamo preoccuparci? Calma. Zagabria con le bollicine ci prova da otto anni ma Bruxelles non ci sta. Per ora. E respinge con perdite (di faccia). Tempo due mesi – cioè dalla pubblicazione della domanda croata sulla Gazzetta ufficiale della UE – e avremo la risposta dei burosauri.
L’Italia vigila con l’europarlamentare del Pd Paolo De Castro, un autentico e riconosciuto esperto della materia. Farà opposizione dura, documentata.
Conoscendolo, aggiungerei brillante e scientifica. Il Prosek difficilmente vincerà. Se tutto andrà bene, non avrà l’invocata e remunerativa Dop. E il nostro eccezionale export di prosecco (3,3 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2021) può continuare a volare in santa pace.
Epperò queste continue e spudorate aggressioni al Made in Italy ora sono un vero e proprio allarme. Perché una cosa sono le contraffazioni di borse e orologi, un’altra le frodi alimentari. Le prime procurano solo un danno economico, le seconde minano la salute del consumatore. C’è una bella differenza. Faccio un esempio: la vendita di olio di semi spacciato per olio d’oliva; oppure la margarina “mascherata“ da burro. Questa si chiama “adulterazione alimentare“. Roba da codice penale. L’ultimo Rapporto CENSIS annuale dice il fenomeno è in forte crescita. In tutta Europa.
Agropirateria minaccia per la nostra salute
La chiamano “agropirateria”. Ogni secolo ha i suoi bucanieri. Ci tocca. E gli italiani chiedono maggiore sicurezza alimentare. È una priorità avvertita anche dal governo Draghi, pressato da Coldiretti e Confagricoltura, due “mastini” a loro volta incalzati dai soci produttori. Tutti i sondaggi lo confermano. Gli italiani chiedono certezze alimentari. Sono stufi di imbattersi, altri esempi, nel metanolo aggiunto alle bevande alcoliche o nella frutta e verdura “imbottite“ di pesticidi. Basta.
Sono due le tipologie di contraffazione alimentare: falsificazione e sofisticazione dell’alimento. I Paesi che falsificano (il marchio) maggiormente sono gli USA, l’America Latina e l’Australia. Producono, tra l’altro, il “Parmesan“ o “Parmesao“ e il giro d’affari annuo supera i 60 miliardi. Un bottino di fatto rapinato all’Italia.
Si truffa di tutto: miele, succo d’arancia, olio al tartufo (e spesso c’è invece un aroma a base di petrolio), mirtilli, latte, pesce, zafferano, olio di oliva, succo di melograno, caffè (fonte Tuttogreen, Milano). Ma anche la pasta: aggiungono, i mascalzoni, dei coloranti per farla sembrare all’uovo .
Come difendersi? Il “ rischio zero “ non esiste . Tuttavia ci si può avvicinare leggendo attentamente le etichette dei prodotti, prediligere gli alimenti di stagione a “filiera corta“ o, come si dice oggi, “a km zero“, leggere le informazioni nutrizionali fondamentali e di impatto sulla salute, obbligatorie a partire dal dicembre 2016. Il primo dovere dell’uomo è la salute. Dicono a Napoli: ”A salute è ‘a primma cosa“. Sì perché la salute non sarà tutto, ma è certo che senza salute tutto è niente.