Salute. Ondata di caldo africano, sono a rischio soprattutto i bambini

Caldo africano
Caldo africano

ROMA- Nausea, mal di testa, aumento della temperatura corporea, crampi, svenimenti: sono i sintomi del colpo di calore, rischio che aumenta con il combinarsi di alte temperature, scarsa areazione e molta umidità, tipici dell’ondata di caldo rovente che ci accompagnerà nei prossimi giorni.

Ad esserne colpiti sono maggiormente i più piccoli, poiché la loro ridotta superficie corporea permette minor traspirazione.

Per loro è pensato il decalogo realizzato dagli esperti del’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma in occasione di questa forte ondata di calore che colpisce la penisola e l’Europa. L’elenco di buone pratiche sdogana il condizionatore: per aumentare la ventilazione, lo si può utilizzare purché la temperatura ambientale non scenda sotto i 23-24 gradi e utilizzando la funzione deumidificazione.

Per ridurre rischi gli esperti consigliano di diminuire l’apporto calorico, in particolare quello fornito da cibi grassi e aumentare il consumo di acqua, frutta e verdura. Inoltre, ricordano, è bene non far uscire i bambini nelle ore più calde e non esporli mai al sole dalle 11 alle 17. Attenzione agli indumenti, che devono essere di lino o cotone per favorire la traspirazione, e in colori chiari, che respingono i raggi solari.

Non dimenticare di bagnare spesso la testa e rinfrescare tutto il corpo con una doccia o con un bagno. Quanto ai neonati, sole diretto solo dopo il primo anno di vita e mai senza creme ad alta protezione. Qualora le precauzioni non siano state sufficienti, come intervenire in caso di colpo di calore? Portare il bambino in un ambiente ombreggiato e areato è la prima mossa.

Se manifesta segni di mancamento, porlo sdraiato con gli arti inferiori più sollevati rispetto al corpo e far bere liquidi non troppo freddi e a piccoli sorsi. In caso di febbre superiore ai 38 gradi somministrare un antipiretico, come paracetamolo o ibuprofene. Se non migliora, o in presenza di disturbi della coscienza, recarsi al Pronto Soccorso.

Gestione cookie