Scozia dimostra: vaccino funziona e AstraZeneca non è serie B. Però vaccino ce n'è sempre meno Scozia dimostra: vaccino funziona e AstraZeneca non è serie B. Però vaccino ce n'è sempre meno

Scozia dimostra: vaccino funziona e AstraZeneca non è serie B. Però vaccino ne arriva sempre meno

Scozia dimostra: vaccino funziona. E lo dimostra nel vero senso della parola: con studio su una popolazione di cinque milioni condotto da Università di Edimburgo e pubblicato su Lancet, quindi timbro e firma di ricerca e validazione scientifica di metodo e merito.

Ricoveri calati del 94 e 85 per cento

Cosa dimostra la Scozia? Tra coloro che si sono vaccinati i ricoveri in ospedale per Covid sono calati. Fin quasi ad annullarsi per chi ha ricevuto prima dose di AstraZeneca: 94 per cento in meno. Vale la pena di ripetere: se sei vaccinato è dimostrato che in ospedale per Covid non ci finisci. Può accadere ancora che coronavirus ti infetti, anche dopo una prima e sola dose, ma non ti ammali pesantemente e gravemente, in ospedale non è necessario tu vada, Covid se c’è diventa davvero quello  di cui colpevolmente ci si illuse all’inizio: un’influenza. Per chi ha ricevuto prima dose di vaccino Pfizer la possibilità di finire in ospedale cala, anzi precipita dell’85 per cento. 

Risultato accessorio: non c’è vaccino di serie B

Come risultato accessorio della ricerca anche la dimostrazione sul campo che, ai fini della protezione, non  esiste ci sia un vaccino di serie B. Anzi, ad una sola dose AstraZeneca si mostra più efficace e protettivo (i dati cambiano a doppia dose). In Italia si è diffusa l’idea che AstraZeneca protegga di meno. Idea frutto della sospettosità morbosa contratta dal tessuto connettivo della nostra vita civile. In Italia c’è ampia tentazione e non poca diffusione degli “sceglisti”, quelli che vogliono scegliere che vaccino avere perché hanno letto, hanno sentito, hanno orecchiato, hanno annusato…Nulla di più contagioso di una cosa non capita eppure semplice: i vaccini funzionano, tutti i vaccini funzionano.

Vaccini, magari averceli

Il vero, gigantesco e apparentemente insormontabile problema è che vaccino non ce n’è. Si è diffusa la notizia, non si sa quanto fondata ma certo non inventata, di un taglio delle forniture di AstraZeneca di circa il 50 per cento. Taglio nelle forniture per il secondo semestre 2021, quello decisivo. Aumentare la produzione di vaccini, produrli magari in Italia sotto licenza, aprire nuovi impianti di produzione sono cose in progetto e fattura ma cose lunghe. Ad oggi la prospettiva italiana è di non avere tutte le dosi per vaccinare 75% della popolazione entro l’anno. E questo al netto della attuale e non risolta inadeguatezza logistica della vaccinazione di massa.

Purtroppo quello della lentezza della somministrazione delle dosi (ogni giorno accumuliamo ritardi sulla tabella di marcia per fine anno) rischia tanto di essere un problema tanto grave quanto teorico: le dosi per una veloce vaccinazione di massa in Italia non ci sono e probabilmente non ci saranno, la vaccinazione di massa italiana sforerà con tutta probabilità prima la scadenza dell’estate e poi quella di fine 2021. E sarà un grosso e costoso guaio.

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