“La sigaretta elettronica non è cancerogena”: parola di Umberto Veronesi

"La sigaretta elettronica non è cancerogena": parola di Umberto Veronesi
“La sigaretta elettronica non è cancerogena”: parola di Umberto Veronesi

ROMA – “La sigaretta elettronica non è cancerogena”: parola di Umberto Veronesi che lo ha ribadito ai microfoni di Rai News 24, in occasione della Giornata mondiale per la ricerca contro il cancro. Non c’è tabacco e non c’è combustione, due elementi che sono alla base del tumore al polmone e dei danni al sistema cardiovascolare. Per questo, assicura l’oncologo, la sigaretta elettronica è innocua.

“Il dispositivo senza nicotina non crea danni – spiega l’oncologo – ovviamente mi riferisco alle sigarette elettroniche che presentano le massime garanzie tecniche, vendute solo in farmacia e con il marchio CE (di conformità del prodotto alle disposizioni comunitarie europee). Ma il punto è: perché utilizzarla? Ovvero, è un utile strumento per smettere di fumare o meno?

Domanda alla quale ci si propone di rispondere martedì all’incontro organizzato dall’Istituto Europeo di Oncologia di Milano sulle potenzialità e i rischi della sigaretta “tobacco free”, ovvero la sigaretta elettronica senza tabacco. Il nodo della questione sta proprio qui, nel contenuto delle e-cig, ovvero cosa contengono i liquidi utilizzati per svapare: da tempo gli esperti sottolineano l’importanza di sapere con esattezza, per poter valutare le esatte conseguenze sulla salute.

In attesa di risposte scientifiche il dibattito si affolla di voci in contraddizione fra loro. Prime fra tutte quelle dei due Istituti Superiori di Sanità, quello europeo e quello italiano. Il primo che, considerata la loro composizione, ritiene che le bionde elettroniche vadano equiparate ad una normale sigaretta che quindi deve essere venduta solo in farmacia. Quello nostrano, invece, convinto della assoluta estraneità delle e-cig rispetto ai farmaci. In mezzo, un mercato in continua crescita che conta già 1,5 milioni di consumatori e che fa gola a più interessi forti. L’unico dato certo per Veronesi è il numero dei morti per danni da fumo che, da solo, vale a convincerci della bontà di proseguire sulla strada della ricerca:

“Il tabacco causa ogni giorno, solo in Italia, più di cento morti – afferma Veronesi – Di fronte a questa epidemia credo si debbano incoraggiare gli studi e le sperimentazioni in corso, ed attendere i risultati. Ogni strumento che può aiutare il fumatore a liberarsi dalla sua schiavitù dev’essere considerato e valutato secondo seri e rigorosi protocolli scientifici: la sigaretta elettronica è uno di questi strumenti e quando avremo a disposizione i dati sulla sua efficacia, potremo stabilire con chiarezza la sua validità. Nel frattempo, opporsi a questo mezzo sulla base di pure ipotesi, è un danno per il progresso della nostra conoscenza sulla disassuefazione”.

Agli studi che sostengono che pur non respirando prodotti della combustione, l’assunzione di nicotina possa comunque arrecare un potenziale danno ai polmoni e al cuore, si affiancano indagini giornalistiche che evidenziano i rischi per la salute dovuti alla presenta di metalli pesanti nelle ricariche. Nel dubbio però, forse il massimo oncologo su piazza, difende l’uso della sigaretta elettronica per la lotta al tabagismo:

Credo che, nella lotta contro il fumo, questi dispositivi possano rappresentare un valido aiuto per chi vuole uscire dalla dipendenza – ha detto Veronesi – Non devono certo essere ritenuti né una panacea per tutti né un passatempo, ma uno strumento che può essere utile nel processo di disassuefazione dal fumo perché agisce essenzialmente sulla gestualità, che è uno degli elementi principali della dipendenza psicologica dal fumo. Uno strumento che si deve comunque inserire in un percorso di disassuefazione che coinvolge prima di tutto il paziente con la sua volontà e poi un medico specialista che lo supporti”.

 

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