Sindrome di Asperger, oggi giornata mondiale: ma occhio alle facili etichette, non è una categoria diagnostica

Sindrome di Asperger, oggi giornata mondiale. Oggi 18 febbraio ricorre la Giornata Mondiale dedicata alla Sindrome di Asperger.

Sindrome di Asperger, oggi giornata mondiale

Si tratta di una condizione senza una puntuale definizione diagnostica, collocata all’estremo più lieve dello spettro dell’autismo.

Sono i comportamenti e i bisogni a definirla.  Difficoltà nelle relazioni sociali, problemi nel controllo delle emozioni, goffaggine nei movimenti, schemi di comportamento ristretti e stereotipati, interessi esclusivi e totalizzanti…

Dalla pubblicazione del DSM-5 (l’ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) nel 2013, la Sindrome di Asperger non è più considerata una categoria diagnostica a sé.

Bisogni, non “etichette”

La sindrome, cioè, non è univocamente “etichettabile” come una particolare e specifica forma di autismo. Ma è invece inglobata nell’unica grande famiglia dei disturbi dello spettro dell’autismo. 

“L’idea è quella di assicurarsi che gli individui siano descritti per i loro bisogni specifici anziché farli rientrare in ristrette categorie”, ha scritto su Spectrum News Francesca Happé, professoressa di neuroscienze cognitive al King’s College London.

Asperger e deficit di attenzione/iperattività (Adhd)

Sono 1,5 milioni gli italiani che soffrono della sindrome di Asperger e dell’Adhd, il Disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Ma sono solo 300mila quelli che vengono diagnosticati e curati: uno ogni cinque (dati 2020).

“I disturbi del neurosviluppo si manifestano di solito nell’infanzia, spesso in concomitanza fra loro, con deficit che possono influenzare il benessere anche in età adulta perché favoriscono la comparsa di altre malattie psichiche e compromettono il funzionamento sociale e lavorativo – spiega Claudio Mencacci, co-presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia -.

Questi disturbi infatti persistono nell’adulto, pur con manifestazioni cliniche che possono modificarsi a seguito dello sviluppo individuale. Purtroppo, non sono rari i casi in cui i sintomi restano senza diagnosi ben oltre i 18 anni.

Nell’adulto infatti l’Adhd e l’Asperger possono essere ‘mascherati’ da altre condizioni psicopatologiche”. In Italia, precisa Mencacci, “picchi di Adhd sono presenti nel 25-30% dei pazienti con dipendenze e disturbi alimentari”.

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