Sindrome premestruale è disordine mentale? Depressione e cambi d’umore i sintomi

Sindrome premestruale è disordine mentale? Depressione e cambi d'umore i sintomi
Sindrome premestruale è disordine mentale? Depressione e cambi d’umore i sintomi

ROMA – Depressione, cambio repentino d’umore e irritabilità. E se i sintomi della sindrome premestruale, Psm, fossero un disordine mentale? La variazione degli ormoni nel periodo luteinico del ciclo mestruale, quelle due settimane tra l’ovulazione e l’arrivo del mestruoinfluenza l’umore delle donne, ma tra i medici statunitensi c’è chi propone di inserire la sindrome premestruale nel manuale dei disordini mentali, il Dsm.

Secondo i dati dell’American College of Obstetricians and Gynecologists, l’85% delle donne ha sofferto almeno una volta di sindrome premestruale, ma solo l’1% ha sofferto della forma patologica, il disturbo disforico premestruale o Pmdd, caratterizzato da forte depressione in corrispondenza di alcune fasi del ciclo. Un disturbo cronico, tanto da essere spesso scambiato per una sindrome bipolare.

Neill Epperson, medico e direttore del Penn Center for Women’s Behavioral Wellness, ha spiegato  che ora la Pmdd è entrata nel manuale Dsm-5, nonostante si tratti di una decisione controversa: “Ritengo che quando un disturbo si presenta più frequentemente nelle donne, o solo nelle donne, qualcuno possa pensare che la classificazione come disturbo mentale possa svalorizzare il ruolo della donna nella società”.

Sara Gehlert, ricercatrice alla Washington University in St. Louis che si occupa di differenze tra uomo e donna nella salute, spiega che la Pmdd è una realtà ma va fatta attenzione, una volta diagnosticato, a sovrastimarlo come disturbo mentale. L’esempio della Gehlert è lampante: pensate ad una donna in tribunale che in un caso di divorzio impugna la custodia dei figli, l’avvocato dell’ex marito potrebbe dire: “Questa donna ha la Pmdd, ha un disordine mentale”, e chiedere che i bambini le vengano tolti.

Se la sindrome premestruale e la Pmdd, sindrome assai più forte, sono una realtà clinica, è importante saper discernere la gravità dei sintomi di caso in caso e non generalizzare, affinché il ruolo della donna non venga ulteriormente compromesso in una società ancora fortemente stereotipata e spesso discriminatoria.

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