Staminali cordone ombelicale: conservarlo non protegge, non serve. Ma costa 2mila euro

Staminali cordone ombelicale: conservarlo non protegge, non serve. Ma costa 2mila euro
Staminali cordone ombelicale: conservarlo non protegge, non serve. Ma costa 2mila euro

ROMA – C’è un motivo per cui le aziende che propongono di crio-conservare il cordone ombelicale hanno tutte la sede all’estero: in Italia una legge del 2005 bandisce la nascita di centri di raccolta privati. E c’è un motivo sostanziale, definitivo, per cui esiste il divieto: per il Ministero della Salute “non esistono evidenze consolidate a sostegno della reale utilità della pratica della conservazione autologa”.

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Tuttavia l’offerta commerciale della crioconservazione delle staminali del cordone ombelicale, in vista di futuri e molto presunti autotrapianti salvifici, è un business fiorente: fa leva sulla falsa promessa di un’assicurazione biologica sulla vita di tuo figlio a prezzi spacciati per irrisori (che vuoi che siano 40 centesimi al giorno) quando poi tutta la procedura costa tra i 1500 euro e i tremila.

Una bella inchiesta di Elena Testi sull’Espresso fa luce su questo mercimonio. Una circostanza dovrebbe spazzar via ogni dubbio: mai sangue o staminali di un cordone ombelicale conservato all’estero è tornato in Italia per un trapianto. Eppure, consultando le varie banche private, la giornalista dell’Espresso è costretta a raccogliere un rosario di false promesse somministrate con accorto marketing e accuratezza manageriale.

Il fatto è che la best practice utilizzata nel mondo è il trapianto da donatori esterni e d’altra parte i medici italiani non si sognerebbero di utilizzare cellule che non si sa chi le abbia conservate.

Dalla crioconservazione del cordone ombelicale si è passati in poco tempo all’aggiunta della polpa dentale e del tessuto, sempre del cordone. E se il trapianto con le proprie cellule in Italia non viene praticato, nessuna di queste banche specifica che per i cordoni ombelicali rientrare in Italia può rasentare l’impossibilità. Alla domanda «Sono stati già usati per trapianti da noi?». La risposta è sempre «Sì» e c’è chi addirittura, come Scienta Fides, azzarda: «Abbiamo un ematologo di riferimento al San Camillo». (Elena Testi, L’Espresso)

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