ROMA – La piccola Sofia potrà continuare ad essere curata con il metodo Stamina: lo ha deciso il Consiglio dei ministri. Come lei anche gli altri malati curati con questo protocollo potranno andare avanti con il ciclo di infusioni. Con un decreto legge il governo Monti ha concesso “eccezionalmente” la prosecuzione di trattamenti con cellule staminali ”non conformi alla normativa vigente, per i pazienti per i quali sono stati già avviati alla data di entrata in vigore del decreto, sempre con monitoraggio clinico”.
Grazie a questo decreto Sofia e gli altri pazienti che hanno già iniziato la terapia potranno proseguire le cure con cellule staminali agli Spedali di Brescia, dove alla bambina erano già state praticate le due prime infusioni.
IL MINISTRO BALDUZZI: “CURE AVVIATE NON POSSONO ESSERE INTERROTTE” – La decisione del Consiglio dei ministri, ha spiegato il titolare della Salute, Renato Balduzzi, ”si basa sul principio etico per cui un trattamento sanitario già avviato che non abbia dato gravi effetti collaterali non deve essere interrotto”.
Il decreto, sottolinea Balduzzi, stabilisce appunto che ”tutti i pazienti che hanno iniziato la terapia con le staminali preparate con metodo Stamina potranno portare a termine i loro protocolli anche se il laboratorio di riferimento (in questo caso quello degli Spedali Civili di Brescia) non è autorizzato”.
Il decreto chiarisce anche che “devono considerarsi come ‘avviati’ anche i trattamenti per i quali sono stati compiuti atti preparatori (come il prelievo di cellule dal paziente o da donatore destinate all’uso terapeutico) e quelli già ordinati dall’autorità giudiziaria.
Il decreto legge prevede anche che d’ora in poi tutti i cosiddetti ”medicinali per terapie avanzate preparati su base non ripetitiva”, in cui rientrano i trattamenti con le staminali, possano essere utilizzati esclusivamente in un ospedale pubblico, clinica universitaria o istituto di ricovero e cura a carattere scientifico.