Stefano Paternò morto per Covid silente, non per trombosi dopo vaccino AstraZeneca

Stefano Paternò, una tragedia e un lutto che poi, per via di mala informazione e popolare superstizione, hanno segnato il corso della campagna di vaccinazione in Sicilia (soprattutto in Sicilia ma non solo). Paternò sottufficiale di Marina morì il 9 marzo 2021 poche ore dopo essersi vaccinato, manco a dirlo con AstraZeneca.

Pronta, veloce e stringata partì la notizia di stampa e di popolo così riassunta: “Muore dopo AstraZeneca”. Da quel momento il rifiuto di AstraZeneca vaccino in Sicilia divenne di massa, arrivando a percentuali superiori al 50 per cento. E poi la notizia di stampa e di popolo che AstraZeneca uccide risalì la penisola, conquistò buona parte del Sud, rallentò in Centro Italia, frenò solo quando giunse al Nord.

Stefano Paternò: una sorta di overdose di anticorpi

Ora si sa finalmente di cosa è morto lo sfortunatissimo Stefano Paternò. Non di trombosi AstraZeneca. Trombosi AstraZeneca una sindrome frequentissima nell’immaginazione di stampa e di popolo quanto rarissima nella realtà. Comunque non di questo è morto Stefano Paternò, nessuna trombosi, tanto meno da vaccino, tanto meno da AstraZeneca.

Ad uccidere di fatto sia pur in maniera indiretta è stato un Covid che si può definire silente. Stefano Paternò aveva un Covid asintomatico a ridosso temporale della vaccinazione, di qui un eccesso di anticorpi nel suo organismo, qui le cause della morte.

Una verità inutile

Conoscere di cosa è morto purtroppo Stefano Paternò sarà purtroppo inutile ai fini della correzione della iniziale e corrente notizia di stampa e di popolo, non c’è scienza o autopsia che tenga, la coppia concettuale AstraZeneca-pericolo è fissata in maniera indelebile alle pareti di vari piani dell’edificio chiamato pubblica opinione.

Lotto Astrazeneca: dissequestro inutile

Altrettanto inutile il dissequestro, dopo più di due mesi, del lotto di vaccini AstraZeneca bloccato dalla magistratura proprio dopo la morte di Stefano Paternò, un sequestro anche questo da notizia di stampa e di popolo più che da notizia di reato.

Duecentocinquantamila dosi di AstraZeneca dissequestrate il 26 di maggio quando la loro validità farmacologica scade il 31 di maggio. Duecentocinquantamila dosi che la notizia di stampa e di popolo e il conseguente sequestro di lotto hanno contribuito a far sì che siano da buttare o quasi.

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